L’ippodromo campano e le infiltrazioni della camorra «Caso Aversa» Dall’Unire arriva l’ultimatum Guido Melzi, leader dell’ente: «Al Cirigliano si correrà solo in condizioni di assoluta regolarità» Anche il prefetto di Caserta vigila sul problema
MATTEO PIERELLI e LUCIO BERNARDO Oggi ad Aversa terzo convegno dopo la blindatura imposta dall’Unire, in accordo con le forze dell’ordine, a seguito dello sciopero (che ha fatto saltare due convegni) dei driver contro minacce e pestaggi della camorra. L’UNIRE Anche questo pomeriggio si correrà con le misure cautelari (partenti dichiarati in mattinata, recinto protetto senza uso di cellulari, presenza corposa delle forze dell’ordine) poste a difesa di allenatori, guidatori e proprietari campani. Condizioni estreme, ma necessarie per il regolare svolgimento dell’attività. Come conferma l’Unire. «La nostra posizione è chiara e non è cambiata in questi giorni — dice Guido Melzi, il commissario dell’Unire —: al Cirigliano si corre solo in condizioni di assoluta regolarità, ovvero con le misure che abbiamo intimato per evitare le contaminazioni della camorra. Senza di queste, Aversa si fermerebbe. E’ chiaro però che questa è una situazione temporanea, perché non è pensabile inviare un numero massiccio di forze dell’ordine ogni volta che si corre». Il rischio, però, è che l’ippodromo ritorni in mano alla criminalità, come già accaduto dopo gli stop dello scorso febbraio. «L’ho già detto — continua Guido Melzi -: la situazione non può continuare così all’infinito. E’ fisiologico che le maglie restrittive si allentino col passare del tempo, però io spero che le condizioni piano piano migliorino. Ma serve la collaborazione e la volontà di tutti. Purtroppo al momento la situazione non è delle più rosee. I guidatori rischiano la pelle, però correre sotto lo scacco della camorra è inaccettabile e noi abbiamo l’obbligo e il dovere di garantire la regolarità delle corse». IL PREFETTO Il «caso Aversa» è al centro dell’attenzione anche del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico della provincia di Caserta. Ne dà assicurazione il prefetto di Terra di Lavoro, Maria Elena Stasi, tramite il suo vicario Franco Provolo. «E’ un argomento che stiamo seguendo molto attentamente — spiega il vice prefetto — non possiamo dire quali saranno le nostre azioni perché coperte da segreto. Ma sul problema c’è la nostra super attenzione, altroché».
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