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Lo Sportsman: Elezioni Anact scontro di uomini (1.12.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 3/12/2007
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OGGI LE VOTAZIONI DEGLI ALLEVATORI DEL TROTTO
Elezioni Anact scontro di uomini
Dopo due mesi di scontri violenti e un altro caratterizzato da proteste, tentativi di mediazione e campagna elettorale, oggi si di sputeranno le elezioni dell’Anact. La vicenda che ha portato al ricorso alle urne, contestato peraltro da una parte degli allevatori quantomeno nei temp, e ormai ben conosciuta ed è iniziata con la “battaglia” all’interno del Consiglio dell’Associazione che ha portato i due vce-presidenti e la maggioranza dei delegati a rassegnare e dimissioni e quindi a portare alla decadenza dei vertici dell’Anact. A seguito di ciò e degli scontri awenuti all’interno degli allevatori si era addir,ttura arrivati all’ipotesi di una scissione di un numero consistente di soci, rientrata solo di recente in contemporanea con la decisione di presentare una lista che si contrapponesse a quella formata dai”dimissionari” del vecchio Consiglio.
In questo periodo le battaglie sono state parecchie e anche i toni del confronto sono andati spesso e volentieri oltre le righe, lascando spazio in qualche caso a proclami decisamente populisti, con definizioni che, viste dall’esterno, hanno lascato parecchio perplessi.
Si è abusato di termini come “democrazia”, “dirittiinalienabili”, che s nceramente lasceremmo ad altri ambiti ben più importanti, dimenticando che in fondo si tratta di elezioni per il vertice di un’associazione privata, seppur importante e prestigiosa. Un’associazone che in definitiva do vrebbe rivestire il ruolo previsto sin dalla sua istituzione di affìancamento dell’ilI per il mig ioramento dell’a levamento del trotto italiano, e parallelamente agire come tutte le lobbies, in difesa (se possibile con buon senso) degli interessi degli associati.
Due compiti che negli anni si sono confusi in mezzo a tante iniziative “politiche” e che hanno portato l’Anact a trasformarsi da centro operativo e di promozione a centro di potere, con
tutte le conseguenze che questa nuova veste ha portato negli equilibri del settore. Conseguenze che stanno soprattutto nell’aver perso quel ruolo che era e dovrebbe essere proprio dell’Associazione degli allevatori, quello di possibile locomotore per l’intero trotto italiano. Un ruolo fondamentale proprio per il “peso” che l’Anact potrebbe avere e che è stato utilizzato invece spesso per altri scopi.
Così si è dimenticato totalmente il marketing, perdendo tutti i treni dell’espansione dei mercati a Est ormai quasi colonizzati dai francesi. Così ci si è dimenticati di vedere quanto stava accadendo intorno al settore, arrivando solo ora, forse troppo tardi, a formulare nei programmi (va sottolineato di entrambe le liste) richieste per recuperare risorse.
Oggi gli allevatori si trovano di fronte a due programmi che, per buona parte, appaiono abbastanza coincidenti. Programmi che in qualche parte sembrano perfettamente aderenti al periodo dell’anno in cui vanno in scena queste elezioni. Da una parte Targ ioni, con D’Angelo e Ferraris, dall’altra Viani, con Caravita e Moscati, e come “terzo polo” Bonati, con Falco, più la candidatura “sparsa” di Benini a vicepresidente, questo il quadro che presenta oggi l’Anact, quello in cui g i allevatori italiani dovranno scegliere i loro rappresentanti.
Rimane sul piatto un fatto, che abbiamo evidenziato nelle interviste effettuate ai due candidati, quello della possibile difficoltà nel conciliare le esigenze di figure molto diverse fra loro e per questo con interessi differenti. Parliamo naturalmente dei grandi complessi allevatori e dei cosiddetti “piccoli”, che l’evoluzione del settore e del mercato hanno portato ad avere aspettative sempre meno coinciderti. uno scontro che le difficoltà econo miche hanno portato alla luce. E qui si entra, ovviamente, in un terreno minato, soprattutto alla vigilia di elezioni presentate spesso come una sfida fra Davide
e Golia o, come di moda negli ultimi giorni, fra allevatori “puri”e non. Affermazioni che sarebbe bene dimenticare presto, per lasciare spazio a progetti che non siano indirizzati all’immediato e alla ricerca di voti, ma che coinvolgano tutte le componenti del settore in una prospettiva almenodi medio periodo. Cose che in questo periodo in qualche caso sembrano passate in secondo piano rispetto alla necessità di occupare un ruolo.
L’ippica italiana oggi ha bisogno di un salto di qualità complessivo in tutte le sue componenti, che parta dalla consapevolezza di doversi confrontare in un mercato più ampio e di non poter rivendicare il diritto a una remunerazione solo per il fatto di esistere. E anche l’Anact ha bisogno di un salto di qualità, di tornare ad essere la componente trainante del trotto, di uscire n fretta da queste elezioni con un vestito
diverso. MT

 
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