(red.) ROMA - “Lo Stato deve garantirci il controllo del territorio oppure è il caso di cambiare, ispirandosi a sistemi più flessibili come quello inglese”. Maurizio Ughi, in un’intervista concessa al bisettimanale Ts in edicola domani, ribadisce la necessità di un’azione di contrasto ai punti scommessa non autorizzati: “Spero che il mio grido d’allarme serva a svegliare chi di dovere: o lo Stato aggredisce il territorio, liberandolo dei vu’ cumprà delle scommesse, oppure si cambi regime. Basta sanatorie, vinca chi si comporta rispettando le leggi vigenti”. Secondo Ughi, che ha riferito di temere più i centri trasmissione dati inglesi “perché non controllabili in alcun modo, a differenza di quelli italiani”, Aams potrebbe utilizzare una parte del canone di concessione che gli operatori versano annualmente per finanziare azioni di contrasto alla raccolta abusiva di scommesse: “Aams ci lasci fare la promozione del prodotto, e pensi ad organizzare la lotta alla raccolta abusiva. Adesso come adesso, tra l’altro, le azioni penali contro i centri Stanley non autorizzati sono frutto esclusivamente delle iniziative dei concessionari, visto che si fa molta fatica a coinvolgere Aams e a farla costituire in giudizio. Come è stato costruito un rapporto con Sogei, si costruisca una collaborazione analoga e continuativa con le forze dell’ordine”.