FACCIAMOCI DEL MALE A Livorno si corre per i prosciutti, ma l’ippica rifiuta gli sponsor
MATTEO PIERELLI L'ippica italiana vive da tempo una crisi che sembra irreversibile. Tralasciando la scandalosa questione del doping (tutti i casi, e sono tanti, avvolti nel mistero), che va ad aggiungersi a un impoverimento tecnico palese, derivante dallo scioglimento degli enti specializzati (Encat, Jockey Club ecc.), ora c’è anche la chiusura di fatto da parte dell’Unire all’ingresso di nuovi sponsor nel galoppo. Come se l’ippica se lo potesse permettere, visto che ormai si corre per i ... prosciutti. E’ accaduto domenica a Livorno. L’idea è stata di un gruppo di allenatori e proprietari toscani che, autotassandosi, hanno offerto un prosciutto (e una bottiglia di vino rosso di Bolgheri offerta dalla società Labronica) a tutti i vincitori delle corse in programma, per denunciare il grave stato di crisi del settore. Ebbene, dal 1° novembre il trainer Bruno Grizzetti sta conducendo una battaglia paradossale e disarmante per come (non) è gestita dall’Unire. I fantini e gli artieri dei suoi cavalli, nelle occasioni importanti, scendono in pista con lo sponsor (laRelco Group di Giuliano Pisati, che al trotto appare senza problemi sulla giubba di Pietro Gubeffini) prendendosi una multa di 1.500 euro a giornata e il deferimento alla commissione di disciplina. «Ho chiesto l’autorizzazione all’Unire — spiega Grizzetti — e la risposta è stata un no secco, senza spiegazioni. Lo sponsor sulla giubba è un’opportunità per tutto il settore, un modo per uscire da un isolamento sempre più deprimente. Basterebbe poco per cambiare una norma assurda, ma viviamo nell’immobifismo totale. Inutile aspettare, ho deciso di agire e basta. Le multe le contesteremo e la speranza è di discutere al più presto la questione davanti alla commissione di disciplina, che prima o poi sarà costretta a pronunciarsi».
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