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Le Voci del Trotto: G.P. delle Nazioni: il coltello affonda nella piaga (12.11.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 12/11/2007
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G.P.DELLE NAZIONI: IL COLTELLO AFFONDA NELLA PIAGA

            Ogni volta che si corre un Gran Premio, uno di quelli veri, l’ippica italiana subisce uno schiaffo. Meritato, purtroppo, perché conseguenza di una politica allevatoria che per elargire sovvenzioni a chi allevatore è solo di nome, per consentire a questi affossatori di cavalli di incassare soldi anche per prodotti di scarto, premia la quantità anziché la qualità.

            Anche in occasione del G.P. delle Nazioni il coltello è ulteriormente affondato nella piaga. Ai primi quattro posti quattro stranieri che hanno stracciato gli indigeni esauriti per aver corso a perdifiato a due e tre anni, quando cioè proprio i campioni dovrebbero essere dosati nella fase delicata della crescita. Inutile, a nostro avviso, inneggiare allo spettacolo, quando i nostri cavalli, a partire dai quattro anni, sono solo tappezzeria. Meglio sarebbe che, come una volta, il Derby rappresentasse il punto di partenza della carriera, e non quello d’arrivo. Poules, premi delle aste, ricchi premi per due e tre anni, inducono chi ha un cavallo appena discreto, che potrebbe diventare un futuro campione, a correre, correre, correre fino ad esaurirsi, perché è duro rinunciare quando ti mettono su di un piatto un bel po’ di quattrini. Ma alla fine i puledri non sono di ferro. Ed allo spettacolo vero, quello dei Gran Premi come Lotteria, Nazioni ecc., mangiamo la polvere degli stranieri.

            Sarebbe ora di fare un passo indietro. Innanzitutto non si può consentire a chi non ha le strutture adatte di fregiarsi del titolo di “allevatore”. Il termine dovrebbe essere riservato a chi lo fa per professione, a chi ha gli spazi e la competenza, la cultura per allevare. Non a chi ha qualche fattrice, magari dalla carriera fallimentare, coperta dallo stallone più vicino ed economico, tre metri quadri di paddok, e svende i puledri sperando nelle provvidenze qualora il cavallo dovesse correre. Tutto ciò è, oltre che deleterio, addirittura immorale.

            I risultati dei Gran Premi sono una prova in più che dovrebbe indurre i veri allevatori a distinguersi da quelli di comodo ed improvvisati. L’ANACT dovrebbe rivedere addirittura il parco soci, riqualificandolo e ridimensionandolo. Si tratta del bene dell’ippica, uno sport dove l’Allevatore deve avere la “A” maiuscola perché è la colonna portante: dove, per definizione, si corre per “migliorare la razza equina”, non si distribuiscono soldi a chi indiscriminatamente produce cavalli.

            Nell’attuale confusione che regna tra gli allevatori bisognerebbe mettere in conto anche i risultati dei Grandi Premi per far prevalere la linea politica di chi davvero vuole contribuire al bene dell’ippica e non ad assistere anche chi produce troppo e male. I nomi dei primi quattro arrivati del Nazioni non mi pare facciano esultare l’allevamento indigeno: 1° Oiseau de feux- 2° Torvald Palema- 3°Camilla Highness- 4°Hovding Lavec. Povera Giulia Grif, svuotata di forze da giovinetta, e seduta sulla sedia n°5 a far tappezzeria al gran ballo!

 
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