Banca Dati / Numeri
Banca dati prestazioni
 
Accedi
Nome utente:
Password:
Password dimenticata?
Non ancora registrato?
 
Le Voci del Trotto: La guerra personale di Benedetti (8.11.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 8/11/2007
Letto 704 volte
Dimensioni 4.96 KB
Versione stampabile Segnala ad un amico
 

LA GUERRA PERSONALE DI BENEDETTI

            Giudici imparziali, ecco quello che chiedono tutte le discipline sportive. Giudice è una parola molto importante, e riassume una serie di qualità che mettono chi si fregia di tale titolo su di un piedistallo. Se si scende da quel piedistallo si perde di credibilità ed anche se si continua a giudicare imparzialmente si va incontro a critiche. Nessuna riserva mentale deve esserci nei confronti di chi giudica. Chi sceglie la via della polemica nei confronti di chi poi deve essere sottoposto al suo giudizio, deve almeno sospendere la propria attività per riprenderla quando si è chiarito tutto.

            Pretendere di accusare una categoria di voler, attraverso manovre illecite, metodi da KGB, di volersi accaparrare il potere nell’ippica, e contemporaneamente essere giudice imparziale nei confronti di “associati di questa setta”, sembra impresa davvero fuori di ogni logica.

            Il signor Benedetti, che indubbiamente è uno dei Presidenti di Giuria più validi e meno criticati, chissà perché si è lanciato in una polemica, anzi in una crociata contro i guidatori (e non si capisce perché solo contro quelli UNAGT), che chiedono la presenza di allenatori in pensione nelle terne giudicanti. Senza ancora entrare nel merito della vexata quaestio, contestiamo che un giudice possa continuare ad essere tale quando manifesta livore nei confronti di una parte specifica della categoria sottoposta al suo giudizio. In sede legale, nei Tribunali della Giustizia vera, i giudici vengono ricusati per molto meno. Nel caso di Benedetti ci aspettiamo che la correttezza di cui lo accreditiamo gli faccia scegliere la via dell’autosospensione, senza attendere che si debba chiedere ed ottenere un provvedimento di ricusazione.

            Detto questo, si deve entrare nel merito della polemica. Un certo numero di guidatori in pensione sono entrati, dopo un concorso per titoli molto selettivo, a far parte del team dei commissari, con la prospettiva di far poi parte delle terne di Giuria dopo alcuni anni di esperienza. Ora accade che non solo ciò non è avvenuto, ma spesso le nomine come commissari di percorso privilegino raccomandati politici piuttosto che esperti del settori come loro.

            Benedetti ha detto con grande chiarezza (e glie ne diamo merito) che, secondo lui, ex allenatori non danno sufficienti garanzie di imparzialità nei confronti di ex colleghi. Ma l’obiezione è che, premesso che non si può fare un processo alle intenzioni, quali garanzie di imparzialità possono dare allora giudici che sono parenti stretti (nipoti, generi, cugini ed affini) di guidatori? Meglio, secondo Benedetti, avere in giuria persone con scarsa competenza ippica, che fino al momento in cui hanno deciso di darsi a questa professione non erano mai stati all’ippodromo? Oppure giudici senza personalità che dicono sempre si ad un presidente, anche quando non sono d’accordo con lui?

            E’ proprio sulla competenza di “tutti” i membri di giuria che si innesta il discorso. Purtroppo nel campo vige il dilettantismo. La maggioranza dei componenti hanno nella vita un altro lavoro, laddove l’ ippica, per la sua difficoltà, le sue regole, richiederebbe un professionismo avanzato, una responsabilizzazione per gli errori che si evidenziano clamorosamente con le differenze di giudizio da Giuria a Giuria. Insomma il discorso, non può limitarsi alla sterile e deleteria polemica di Benedetti, alla sua guerra personale.

 
Torna alla categoria | Torna all'indice principale
 www.ctech.it : Computer's Technology Srl © 2013 info@ctech.it 
&