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Lo Sportsman: Paciello e la costruzione delle Tris (7.11.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 7/11/2007
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LETTERE AL DIRETTORE
Paciello e la costruzione delle Tris

Egregio Direttore, adesso che è stato compiuto l’ennesimo atto arbitrario dell’Ufficio Tris, forse è arrivato momento che qualcuno tiri l’ennesimo sasso nello stagno. La settimana trascorsa è stata per me propizia e questo mi dà il coraggio, finalmente, di muovere qualche critica costruttiva verso l’ambiente al quale tanto sto dando, in termini di fatica ed investimenti, e che ora iniza a restituirmi ciò che ha ricevuto. Da operatore ho la netta sensazione, in comune con alcuni miei colleghi, che la Tris, e con lei il suo apparato, sia diventata una sorta di terra di nessuno. Vorrei permettermi di evidenziare alcune storture che, probabilmente, sono all’origine della disaffezione verso il gioco principe del nostro mondo da parte degli operatori ippici: disaffezione che, senza ombra di dubbio, porta al suo scarso e secondo lo stupore di taluni, immotivato rendimento. Il primo punto riguarda i fantini. Si da il caso che fantini del calibro di "Maurizietto" Forte non possano montare in Tris causa un regolamento folle e che si basa su una presunzione di colpevolezza:
"quel fantino tira, quello è poco onesto” si dice. Niente di tutto questo: può capitare che questi ragazzi, nello svolgimento de! loro pericoloso mestiere, incappino in incidenti che li tengano lontani dalla scena per più o meno tempo. Beh, al loro rientro trovano, anziché un mondo festante che li aspetta, un mondo sospettoso che annulla con un repentino colpo di spugna la loro precedente carriera, consegnandoli all’oblio dei più. Tutto ciò non avviene però se un astuto dipendente dell’Ufficio Tris decida di trasformare in Tris Straordinaria una normale corsa di giornata. Ecco che per incanto anche il buon Maurizietto diventa fantino abile ed onesto. Il secondo punto riguarda noi allenatori. Siamo messi in condizione di lavorare in totale assenza di regole. Per le Tris, miracolosamente, vengono a cadere tutti i criteri che regolano il nostro lavoro quotidiano. I partenti vengono dati a libro chiuso, a meno che non s’instauri un filo diretto telefonico, molto costoso, con il suddetto ufficio. In assenza di partenti si assiste all’invito e al riperiziamento di soggetti precedentemente non invitati, al fine di far riuscire la tenzone. Buon ultimo si assiste al mancato invito di cavalli regolarmente qualificati in corse normali, ritenuti però arbitrariamente dall’Ufficio Tris “cavalli scappati” e per tanto non accettati in fase di segnalazione. Accade cosi per esempio che il cavallo Sheki, di proprietà della Scuderia Sant’Ambroeus, qualificato e periziato in HP, non venga ammesso in Supertris poiché, rientrato in condizionata dopo un anno d’assenza dalle piste, ricompare con un quarto posto, ma manca del giusto numero di prestazioni. Per forza, era in ospedale nel letto a fianco a Maurizietto Forte! Ed a questo, per chiudere e non rubarvi altro tempo, aggiungiamo che i pesi delle ormai famigerate Tris, escono all’incirca 24 ore prima della dichiarazione dei partenti, impedendo di fatto agli operatori, di fare scelte ben ponderate. Insomma, per concludere, sembra proprio che la Tris sia diventata una terra di nessuno, nella quale però si voglia correre con i nostri fantini, i nostri cavalli, i nostri soldi.
Paolo Paciello

Ribadiamo per l'ennesima volta solo un solo concetto: se si vogliono far riuscire le tris bisogna intervenire sulla programmazione ordinaria (al galoppo come al trotto) per far si che queste corse ne diventino l'asse portante. Altrimenti, qualsiasi iniziativa, come ormai si dimostra da anni, è vana anzi velleitaria.

 
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