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Lo Sportsman: Allevatori del trotto le regole per il 5% (3.11.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 5/11/2007
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LETTERE
Allevatori del trotto le regole per il 5%

Preg.mo Direttore, Le ormai prossime elezioni per il rinnovo delle cariche dell’ Anact hanno consentito a qualcuno di rispolverare il tanto vituperato 5% trattenuto sulle provvidenze allevatori a favore dell’Anact.
lI 5% di trattenuta, non è una concessione degli allevatori.
Con i regolamenti in vigore, che tutti dovrebbero conoscere e rispettare, sentir parlare di “ritiro delle delega per la trattenuta” fa accapponare la pelle.
L’art. 19 del Capo IV del Regolamento delle corse al trotto è chiaro e non necessita di interpretazioni.
È previsto infatti dallo stesso articolo che agli allevatori è destinata una percentuale pari al 20% dell’ammontare del premio delle singole corse, e che sulle provvidenze erogate dall’Unire agli allevatori, verrà prelevato il 5% a favore dell’Anact onde garantirle i mezzi necessari per l’assolvimento dei compiti istituzionali.
Queste sono le regole!
Le regole che ci consentono una convivenza democratica, indicano, per quanto riguarda la gestione Anact, che gli associati, attraverso lo strumento delle elezioni, indicano i propri rappresentanti per amministrare l’Associazione, delegati che avranno l’onere di raccogliere continuamente i suggerimenti di tutti gli associati.
Le voci che circolano riguardo la volontà, di una minoranza di soci che, temendo di non riuscire più a controllare la gestione dell’Anact, vorrebbero costituire una nuova associazione allevatori, chiedendo all’Unire di modificare il Regolamento, per defraudare l’Anact del diritto al 5%, è il segnale della concezione della democrazia che gli stessi hanno.
Sarebbe importante una presa di posizione da parte di tutti coloro che si candideranno a ricoprire cariche Anact, ad impegnarsi, comunque vadano le elezioni, a non creare nuove associazioni in antitesi con l’Anact. La stessa Unire dovrebbe esse chiara al riguardo, e chiedo al Commissario e al Presidente Sottile che andrà ad insediarsi, assicurazioni riguardo il fatto che l’Anact, essendo l’Associazione che raccoglie il maggior numero di allevatori, rimarrà l’unica destinataria del 5%. In difetto di tali dichiarazioni gli allevatori rispettosi delle regole prenderanno consapevolezza dei progetti reali per l’ippica italiana.
Alberto Bonati
l
Come affenna Bonati le regole oggi prevedono che il 5% delle somme destinate agli allevatori vengano destinate all’Anact “per l’assolvimento dei compiti istituzionali”, compiti che, come recita l’articolo 4 dello Statuto dell’Associazione, sono soprattutto tecnici e comprendono, fra l’altro, attività di vigilanza sulla produzione, di tenuta dello Stud-Book e l’organizzazione delle Aste. In totale si tratta di una lunga serie di attività tutte mirate al miglioramento della produzione svolgendo comunque la propria attività” tenuto conto delle direttive impartite dall’Unire”. In pura linea teorica l’erogazione del 5% è quindi relativa alla remunerazione di servizi “delegati” dall’Unire all’Anact e, in ogni caso va vista come una trattenuta alla quale i soci Anact debbono di assogettarsi. Allo stesso tempo chi dovesse decidere di non essere solo dell’Associazione potrebbe avere tutto il diritto di ritirare la delega, salvo naturalmente poi il non avere diritto a usufruire dei servizi resi dall’Anact ai suoi soci. Così come
teoricamente sarebbe possibile per l’Unire cambiare la norma relativa al 5% (che non è un diritto inalienabile) a fronte di una rinuncia ad avvalersi dei servizi prestati, risulta quantomeno improbabile che sia l’Unire stessa a destinare le eventuali trattenute ad altre future associazioni, che, evidentemente, potrebbero però essere finanziate dai soci stessi, a quel punto non più inseriti nell’Anact e quindi presumibilmente nel loro pieno diritto a non verdersi trattenute le suddette somme. Evidentemente, il quadro attuale, purtroppo conflittuale, continua a proporre problemi e al momento risulta evidentemente difficile per gli allevatori trovare una soluzione che possa riportare l’Anact al ruolo che, storicamente, merita. Ed è in questo quadro che naturalmente nascono polemiche come quella sul 5%, su soldi comunque pubblici che devono essere utilizzati per scopi istituzionali, quelli previsti dallo Statuto.

 
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