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Lo Sportsman: Anact, nuovi passi e proposte (19.10.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 19/10/2007
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BRISCHETTO LANCIA TARGIONI COME PRESIDENTE DI GARANZIA
Anact, nuovi passi e proposte

Prosegue senza soste la vicenda degli allevarori di trotto, che ha vissuto lunedì sera una tappa fondamentale con le dimissioni in massa della maggiorarza dei Consiglieri. A seguito di questo fatto, come da Statuto, il vertice dell'Anact e stato azzerato e il prossimo passo saranno le elezioni. In questo periodo di attesa, ovviamente, qualcosa si sta muovendo e si delineeranno quel che saranno gli schieramenti per la tornata elettorale. Come logico in questi giorni stanno iniziando a circolare voci e nomi ed è stato preannunciato un incontro non ufficiale in occasione delle prossime aste in programma al Garigliano per una verifica interna.
Intanto eri mattina è arrivata la risposta definitiva di Roberto Brischetto alla domanda sulla sua eventuale nuova candidatura posta nell'intervista comparsa nel numero di mercoledi. «Ho deciso nell'interesse dell'Associazione, di fare un passo indietro. Ringrazio tutti coloro, e sono parecchi, che in questi giorni mi hanno testimoniato il loro appoggio, ma penso che una mia candidatura possa solo portare ad aumentare la conflittualità emersa in questo periodo. L’Associazione sta vivendo un momento difficile e il rischio di una spaccatura è piu che reale. Per questo, da parte mia, credo sia produttivo per tutti e interesse generale dell'Anact e dell’ippica trovare un personaggio autorevole, che sia espressione dell'allevamento italiano e che possa, attraverso una lista condivisa affrontare questo periodo difficile facendo il bene degli allevatori, io quindi sono convinto di fare un passo indietro, ma allo stesso tempo chiedo come condizione per una pacificazione, che chi ha contribuito in maniera determinante ad alimentare le polemiche, faccia lo stesso. E che non si parli di creare ad hoc il Presidente Ororario. Abbiamo visto che la nostra presenza provoca una reazione decisa dell'altra parte: quindi chiudiamo entrambi e basta».
Si tratta di una proposta generale o c'è già un nome da proporre in questo tentativo d'accordo? «C'è e secondo me è quello di Riccardo Targioni, un uomo che può rappresentare un trait-d'union fra tutti noi, che ha prestigio e autorevolezza riconosciuti da tutti. Con lui Presidente si può costruire una squadra davvero forte, che sia espressione di tutti, compresi quelli che mi hanno contestato». I consiglieri dimessesi lunedì hanno invece inviato una lettera nella quale rispondono alle affermazioni di Brischetto sostenendo che « il presidente Brischetto nella sua esposizione, come suo costume, tende a travisare i fatti, come quando indica quale causa di ingovernabilità dell'associazione lo statuto dell'associazione, dimenticando che proprio appellandosi a quello stesso statuto non ha recentemerte convocato il C.D., nonostante questo fosse stato richiesto da un numero cospicuo di consiglieri e a ciò fosse stato sollecitato dai Sindaci. Non sarebbe stata qundi cosa sbaglata da parte del presidente fare una riflessione critica prima di imputare quelle colpe che sono sue a fatti e cose che forse non ne hanno, a meno che ciò debba servire a confondere gli associati. «L'errore fondamentale del presidente Brischetto è stato quello, a parer nostro, di aver confuso un'assocazione come l'Anact con una azienda privata a conduzione squisitamente padronale Ciò è probabilmente frutto d'inesperienza e di uno stile di gestione verticistico e personale, che non è riuscito quasi mai ad elaborare un programma di lavoro che potesse comprendere le esigenze di tutto il settore, soprattutto del gran numero di piccoli allevatori, e che lo ha portato ad adottare scelte senza consultare il C.D.. Esempio di ciò è l'aver accettato supinamente e pubblicamente il programmato tagli del 20% dei premi allevatori sulle corse con dotazione pari od inferiore ad 2.800 euro. Durante la presidenza appena conclusa vi è stata una mortificazione continua delle regole e delle prerogative del C.D. e questo, dopo molti inviti rivolti al presidente affinché cambiasse stile di gestione, ha portato ben dieci consiglieri (su quindici) a scegliere la strada traumatica e dagli stessi poco auspicata delle dimissioni al fine di ridare al consiglio stesso la dignità che gli era stata tolta. D’altra parte le stesse dichiarazioni rilasciate allo Sportsman non fanno altro che confermare ciò che noi lamentiamo, oltretutto con passaggi che fanno pensare che per il presidente uscente il vero consiglio direttivo si trovasse al di fuori di quello in carica, e ci riferiamo a quello in cui si afferma "prima devo parlare con coloro che mi sono vicini. A parer nostro è meglio consultare tramite le elezioni tutti i nostri soci, che sono i soliti titolati a giudicare l'operato del consiglio, e a tale giudizio ci rimettiamo confidenti di aver fatto in questo difficile momento, anche se con fatica e dispiacere, ciò che andava fatto».MT


 
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