IL PROCESSO Fallon le prove d’accusa
Meno di ventiquattro ore dopo aver vinto Arc de Triomphe, Kieren Fallon è entrato in tribunale per assistere alla prima vera udienza del processo nel quale siede fra gli imputati. Ieri a Londra si è entrati nel vivo della vicenda, con la lunga presentazione dei capi d’accusa formulata dal pubblico ministero Jonathan Caplan, che ha esposto alla Giuria tutti gli elementi che, secondo l’accusa, porterebbero a considerare Fallon parte di una vera e propria organizzazione criminale che aveva il suo vertice in Miles Rodgers, che attraverso Betfair “bancava” cavalli che, in accordo con i fantini impegnati in corsa, avrebbero dovuto perdere. Il Pm ha illustrato il funzionamento della “macchina” predisposta da Rodgers, che aveva contatti diretti con Fergal Lynch e Darren Williams, mentre per quanto riguarda Fallon le comunicazioni avvenivano attraverso prima Shaun Lynch (fratello di Fergal) e poi per il tramite di Philip Sherkle, Caplan ha annunciato alla Giuria una lunga serie di prove raccolte durante l’inchiesta, che riguarda corse disputate fra il dicembre del 2002 e il settembre del 2004, comprese numerose (compresi gli Sms inviati e ricevuti dai fantini nelle gornate di corse) e ambientali, ottenute con il posizionamento di cimici nella macchina di Rodgers, che dimostrerebbero il coinvolgimento dei jockey. I colpi, secondo il Pm, hanno portato un utile di circa 2,2 milioni di sterline, anche se non sempre andavano a segno e, soprattutto riguarda a Fallon, ciò era accaduto in un periodo temporale ben definito. L’accusa sostiene che Fallon non poteva non sapere che i suoi intermediari rispondevano a Rodgers e, inoltre, ha le prove di due incontri fra il jockey e Miles, avvenuti il primo a Leicester dopo le corse, il secondo di prima mattina nell’abitazione di Kieren. LP
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