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Lo Sportsman: Ippodromi e Città pronta alla serrata per la convenzione (28.9.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 5/10/2007
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CONFERENZA STAMPA DI PAPALIA
Ippodromi e Città pronta alla serrata per la convenzione

LUIGI MIGLIACCIO 
Derby in pericolo? Sicurament lo è stato per qualche ora e in teoria potrebbe ancora esserl4 viste e considerate le dichiarazioni del Presidente di Ippldromi e Città Gaetano Papalia, che ha convocato ieri mattina una Conferenza Stampa nella quale ha reso noto di avèr inimato all’Unire il pagamento delle fatture relative ai servizi pesi hel mese di agosto pri a circa un milione 35Omila euro.
Fatture che i responsabili amminitrativi dell’Ente non ritenevano di dover pagare dopo il pronuncimento del Tar di Livorno che aveva annullato la convenzione tra la società Labronica che gestisce l’impianto toscano e la stessa Unire.
Proprio qui starebbe, secondo Papalia, il nocciolo del discorso. Il Tar ha annullato effettivamente una sola convenzione, ma «Non c’è di fatto un’applicazione automatica del provvedimento alle altre. Chi dice questo fa del terrorismo. Per ottenerla ci vorrebbe - ha aggiunto sempre il Presidente di Uni - un nuovo procedimento di Estensione del Giudizio».
Al contrario all’interno dell’Unire sino ad oggi gli organi amministrativi hanno sostenuto che, in seguito al giudizio del Tar, tutte le convenzioni sono annullate (attenzione Annullate e non Nulle, la differenza è sottile, ma sostanziale n.d.r.) e che quindi non si può dar luogo a pagamenti senza che vi sia un provvedimento ad hoc.
Il milione e 350 mila euro richiesto da Ippodromi e Città sarebbe allo stato solo una parte del credito realmente annunciato dalla società nei confronti dell’Unire. A questi secondo Attilio D’Alesio, anch’egli presente alla Conferenza Stampa assieme a Concetto Mazzarella, andrebbero aggiunti circa 2 milioni di euro di quota del fondo destinato agli ippodromi per i lavori di miglioria che era stato però revocato dalla precedente gestione, un milione e 600mila euro per le spettanze dovute per la seconda Tris. Infine 5 milioni e 400mila euro relativi alla richiesta per il danno subito a seguito della decurtazione di 130 corse dal calendario. In tutto oltre 10 milioni.
Papalia non ha nascosto le difficoltà di bilancio della società: «É vero che abbiamo un probIena con l’iva che abbiamo autocertificato e che dobbiano risolvere al più presto. Avvieremo un aumento di caitali così come del resto è stata costretta a fare anche la socieftà che gestisce l’ippodromo delle Capannelle. Non abbiamo però alcuna cartella esattoriale aperta e quindi le recenti disposizioni in materia di pagamenti non ci riguardano. Siamo vittime di una convenzione che ci ha visto firmatari per necessità, ma che era assolutamente stretta e ci penalizzava sul piano della riduzione delle corse. Una convenzione che comunque non è stata rispettata e per la quale ora vengono addirittura bloccati i pagamenti. Così non è possibile andare avanti per cui se entro il 3 ottobre non arriveranno i pagamenti richiesti il giorno dopo i cancelli rimarranno chiusi. Salterà il Derby? Per noi è un onore fare il Derby a Roma, ma è anche un grande onere dal punto di vista finanziario, comporta lavoro, investimenti e quindi costi. Non possiamo più aggiungere altre partite passive al nostro bilancio. Ci auguriamo che comunque tutto questo contribuisca finalmente a riaprire il tavolo di concertazione per ridisegnare non solo i rapporti convenzionali, ma anche il calendario e tutto quanto non può essere il frutto di una politica di governo unilaterale come quella attuata sinora dall’Unire». Fin qui la conferenza stampa. Le troci si diffondevano al punto che a Tor di Valle veniva anche convocata una rìunione dei guidatori. Alle ore 13.00 circa giungeva però alla segreteria dell’ippodromo romano un fax nel quale l’Unire annunciava per la fine della settimana prossima la messa in pagamento di “acconti”. A questo punto tutto a tarallucci e vino? Non proprio secondo Papalia. «Cogliamo quesa comunicazione dell’Unire come un atto di buona volontà che da un lato riconosce anche le nostre ragioni perché ovviamente quando sì parla di pagare degli acconti salvo conguagli si riconosce di fatto una situazione debitoria. Attendimo però che alte promesse facciano seguito i fatti e fino ad allora non possiamo sciogliere del tutto la nostra riserva».

 
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