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Le Voci del Trotto: Per favore ci dite perchè avete detto no a Brischetto? (26.9.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 26/9/2007
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PER FAVORE CI DITE PERCHE’ AVETE DETTO NO A BRISCHETTO ?

Gli allenatori, con i proprietari, rappresentano l’anima dell’ippica. La loro politica condiziona l’ambiente. Ed è logico che tutte le componenti attive e produttive guardino con “interessato” interesse i loro programmi.

Qualità o quantità? Questo è il dilemma.

Finora si è privilegiata la quantità, attraverso numerosi incentivi. Ed è per questo che abbiamo un parco cavalli che più affollato non si può. Quasi tutte le cavalle a fine carriera (e persino quelle che la carriera non l’hanno neanche iniziata) sono passate in razza, perché comunque andassero le cose, anche se producevano soggetti mediocri, avevano per l’allevatore un ritorno attraverso uno speciale premio al traguardo.

Di solito dovrebbero premiarsi quelli che fanno qualcosa che va fuori dell’ordinario. Che cosa facciano di straordinario i cavalli di categoria B, C, D, E, F, G per meritare  qualcosa oltre il premio che sono capaci di vincere al traguardo, non è chiaro. Al contrario merita qualcosa in più chi alleva cavalli di categoria A o soggetti super.

Per i puledri il discorso è simile. Premiare quelli che a fine dei tre anni riescono a fare un tempo o realizzino vincite alla portata di tutti non ha senso, proprio per il significato della parola “premio”.

Conseguenza del nostro ragionamento è che si debba tendere a premiare la qualità. E diventa giusto riconoscere meriti a chi va sopra le righe della routine.

Proprio per questo, quanto è stato tolto agli allevatori per i matinée è stato ridato loro sui G.P. per 2 e 3 anni. E quello che è stato tolto per le generiche qualifiche è stato restituito ai migliori cento maschi ed alle migliori cento femmine.

In questo modo si incoraggia chi alleva bene, chi è veramente allevatore, cioè possiede tutti quei requisiti che servono a far nascere ed allevare buoni puledri: studio degli incroci (e non far coprire le fattrici dallo stallone più vicino o da quello che costa meno), un vero allevamento, pascoli e paddoks adeguati, servizi veterinari all’altezza ecc.. Si ridurranno le nascite, le corse diverranno più qualitative e più remunerative per i proprietari che saranno incoraggiati a comprare. Insomma, puntando alla qualità, e facendo ognuno il proprio mestiere, tutti ricaveranno il massimo dalla propria attività.

Oggi forse è il momento migliore per introdurre questo tipo di discorso. Perché il caos è totale. Nessuno può negare che si siano confusi anche i ruoli. Gran parte dei proprietari sono gli stessi allevatori che non riescono a vendere tutta la loro produzione, oppure i guidatori, che per poter avere un cavallo in scuderia sono costretti a fare società con chi li compra.

Avete pensato amici ad un’ippica diversa, dove i puledri nascano  a seguito di studi fatti da esperti?

Un’ippica in cui andare in un allevamento significhi vedere i puledri e le fattrici in grandi paddoks ricchi di erba, boxes confortevoli, veterinari che seguano costantemente i cavalli?

Un’ippica con proprietari che comprino solo soggetti promettenti e di genealogia, e che li mantengano, anziché pretendere di essere mantenuti?

Un’ippica in cui andare all’ippodromo significhi vedere corse belle, qualitative e combattute, e dove non si corra solo per il gioco, ma anche per lo spettacolo?

Queste cose si prefigge la politica di chi ha attualmente il compito di tirare su l’ippica.

Quelli che hanno messo in minoranza Brischetto probabilmente non le approvano. Ma votare contro è facile. Occorrerebbe ora che, con la stessa pacatezza con la quale abbiamo esposto le ragioni della nostra approvazione all’UNIRE ed a Brischetto, chi ha votato contro ci spieghi perché. I contestatori avranno certo un programma alternativo, e non escludiamo che possa essere migliore. Ma ce lo espongano, per favore, perché dire no e basta è troppo facile, ed anche improduttivo.

 
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