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Le Voci del Trotto: Cocaina e canzoni napoletane (24.9.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 24/9/2007
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COCAINA E CANZONI NAPOLETANE

         Che c’entra la cocaina con le canzoni napoletane? C’entra, c’entra. Lo scoprirete al termine di questa lettura.

I casi di positività alla cocaina aumentano di giorno in giorno: si contano sulla punta delle dita di una mano i guidatori in Italia che non siano caduti nella rete. Per modo di dire, però: perché secondo una nostra personale inchiesta, almeno l’80% di loro può giurare e spergiurare di non aver fatto nulla di illecito. Data l’alta percentuale, fatta l’opportuna tara, c’è da credere che ci sia qualcosa che è sfuggita all’attenzione, o della quale non si è pensato di tener conto. Diciamo, ad esempio, l’impatto ambientale. Televisione, radio e giornali ci raccontano come oggi l’atmosfera, l’aria che respiriamo, i fiumi, le banconote e quanto altro, se analizzati, contengono una certa percentuale di cocaina. Impatto ambientale, dunque, entro certi limiti.

Ma non basta: quello che ci preme evidenziare è che i regolamenti, che esistono e potrebbero essere ottimi, vengono rispettati solo da una parte. E, guarda caso, solo per quello che riguarda gli allenatori e guidatori.

Infatti per il doping, l’Ente ha regolamentato che gli ippodromi abbiano, nelle giornate di corse, recinti ove accogliere i partecipanti in assoluto isolamento. Non solo, ma che i boxes di tali recinti abbiano tutte le garanzie di sterilità, onde sgombrare il campo da ogni dubbio.

Ebbene, quali ippodromi oggi hanno tali recinti? In Campania, ad esempio, solo ad Aversa i cavalli vengono alloggiati per le giornate di corsa nell’apposito recinto, anche quelli stanziali. Altrove, i boxes di transito sono sparpagliati per le scuderie, alloggiati presso altri allenatori che ne hanno qualcuno libero, ecc. Non c’è quindi nessuna garanzia che il cavallo non possa venire a contatto con persone o cose…inquinanti.

Allora, come si può pretendere che l’allenatore possa essere responsabile in ogni caso? Anche nell’ambito delle scuderie stanziali, molte sono ubicate negli ippodromi senza cancelli divisori, in modo tale che sono accessibili a tutti. In teoria ognuno può entrare in un box e somministrare ai cavalli ciò che vuole, nelle ore in cui il personale non è presente.

Diciamo che attualmente agli allenatori riesce materialmente impossibile il controllo continuo dei loro cavalli. Siamo fautori di una linea non dura, ma durissima per quanto riguarda il doping. Ma dobbiamo anche mettere chi è responsabile nelle condizioni di poterlo essere. Ora invece l’allenatore è il solo capro espiatorio, il solo che paga, anche per colpe non sue.

         Che c’entrano le canzoni napoletane? Ecco: ricordate la famosissima “Lacreme napulitane?” Diceva ad un certo punto:”Io so’ carne e’ maciello, so’ emigrante!” Parafrasando si legge: “Io sono carne da macello, sono allenatore!”

 
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