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Agipro: Grandi (Sott. Finanze): "tutto parte dalla inchiesta della Procura Potenza)  
Autore: unagt
Pubblicato: 7/9/2007
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AGIPRONEWS: Pubblicato il 7 settembre 2007 ore 13:55

GIOCHI&POLITICA, GRANDI (SOTTOSEGR. FINANZE): "TUTTO PARTE DALLA INCHIESTA DELLA PROCURA DI POTENZA"
 
(a.c.) ROMA - Lo "Scoop del 'Secolo': 100 miliardi non riscossi dai Monopoli" era il titolo della trasmissione andata in onda sul canale "Rai Utile" che ha visto protagonisti il Sottosegretario dell'Economia e delle Finanze, Alfiero Grandi, e il giornalista del "Secolo XIX", Marco Menduni.
Nel corso della trasmissisione è stato affrontato il problema dei 98 miliardi di euro di presunte penali mai richieste e incassate da parte dei Monopoli di Stato, e che la Corte dei Conti ha recentemente richiesto, invece, ai concessionari gestori della rete degli apparecchi da intrattenimento.
"Intanto bisogna sapere che su questa partita si è intervenuti dopo che la Magistratura ordinaria ha aperto un'inchiesta - dichiarato nel corso del suo intervento - che ha preso avvio dalla Procura di Potenza, e che in seguito si è spostata a Roma. Fintanto che la Procura della capitale non deciderà cosa c'è di fondato o di infondato, stiamo parlando di un'inchiesta non conclusa. C'è quindi sullo sfondo una seconda indagine che è quella che vede come protagonista la Procura della Corte dei Conti, che ha ritenuto ci fosse stato dal punto di vista fiscale (penali non riscosse n.d.r.) un 'quantum' da dover affrontare".

"Il nostro compito (della Commissione di indagine sui giochi istituita dal Viceministro Vincenzo Visco) - ha proseguito Grandi nel corso del suo intervento a Rai Utile - non poteva essere quello di sostituirci alle due magistrature, poichè non sta a noi accertare se c'è stato un illecito penale di qualcuno. Non sta nemmeno definire quanto sia stato l'ammanco per le case dello Stato: noi non abbiamo mai parlato di 98 miliardi di euro".
La "commissione Grandi", in definitiva, si è trovata a dover affrontare altre problematiche: "Ci è stato richiesto - ha proseguito i Sottosegretario - di vedere che cosa nella parte pubblica dell'Amministrazione che gestisce i giochi, non ha funzionato".
L'indagine della "commissione Grandi" è partita dall'introduzione della normativa relativa all'immissione in rete degli apparecchi, che avrebbe dovuto rappresentare un sistema di garanzia per lo Stato, non solo per ciò che riguardava le vincite, ma anche per quanto atteneva alle entate fiscali. "Stiamo parlando di un sistema, che per la parte legale di cui ragioniamo, è rappresentato da 220/230 mila apparecchi: evidentemente è un sistema informatico di controllo enorme (la rete svedese ha 20 mila macchine in rete, mentre Las Vegas, con un suo sistema, ne vede collegate circa 60 mila - n.d.r.)".

I presupposti creati nella via "italiana" all'immissione in rete delle New Slot - diversa ad esempio da quella spagnola che prevede un prelievo erariale unico "forfaittario" - oggi non consentono una modifica dell'intero sistema: "Tornare indietro sarebbe difficile - ha dichiarato Grandi - non dimentichiamo che in questi settori intervengono società quotate in borsa; tra gestori e concessionari c'è una quantità di occupazione e di attività economica. Soprattutto siamo in presenza di un sistema di giochi controllati dal pubblico che valgono 35 miliardi di euro, con entrate per lo Stato prossime agli 8 miliardi".
Il controllo continuo di un settore così grande e complesso, risulta quindi una "conditio sine qua non".
 
Alla "commissione Grandi", quindi è spettato il compito di individuare che cosa nel sistema introdotto nel 2003, e andato a regime nel 2004, non abbia funzionato: "Abbiamo individuato dei punti su cui è poi stata scritta una relazione al Viceministro Vincenzo Visco (che ne era stato il committente n.d.r.) - ha aggiunto Grandi. Della commissione hanno fatto parte due esperti informatici (un esperto di diritto informatico e un professore di informatica), un generale della Guardia di Finanza , una segreteria tecnica (composta da finanzieri e dal responsabile del GAT - il nucleo speciale frodi telematiche) e due ispettori".   
I cosiddetti "buchi" nella rete del sistema degli apparecchi da intrattenimento individuati dalla "commissione Grandi",  sono rappresentati da una "non corrispondenza" tra la macchina prototipo e quella che entra effettivamente negli esercizi pubblici. Inoltre, come accennato, la scelta di avere una rete telematica così estesa, rappresenta un altro ostacolo: l'Italia ha scelto di andare comunque avanti su questa strada. Arrivare all'obiettivo significherà però portare delle modifiche sostanziali anche alla struttura degli attuali Monopoli di Stato, introducendo uno specifico sistema di controllo. Parlando di aree di miglioramento del settore, Grandi ha dichiarato che è allo studio una innovazione istituzionale non indifferente: "La Guardia di Finanza deve costituire un corpo specializzato a filiera verticale per la possibilità di controllare questo sistema: non tutti i finanzieri sono preparati per conoscere cosa si deve fare. Ci vuole un corpo scelto, altamente specializzato, così come già creato nell'ambito della Polizia di Stato (Polizia dei giochi n.d.r.).
 
Sentire parlare nelle inchieste giornalistiche, con un certa insistenza, di presunte penali di 98 miliardi che lo Stato si troverebbe ad intascare, ha generato enormi malintesi che Grandi si è affrettato a chiarire in maniera netta: "Vedo che qualche collega di Governo, spinto anche dalla scarsa disponibilità i fondi, vorrebbe già utilizzare questi soldi: non è esattamente così. Non ci sono 98 miliardi di euro: c'è una contestazione proveniente dalla Corte dei Conti. Stanno giungendo le controdeduzioni (dei concessionari di rete n.d.r.), mentre la Corte dei Conti dovrà decidere cosa, sulla base di questo, contesta. Poi ci sarà un procedimento. Tutto questo, per chi si intende di vicende giudiziarie, non significa avere un 'bancomat' che si può esigere domani mattina".

FERRINI (EURISPES): "GIOCO ILLEGALE RACCOGLIE 6,5 MILIARDI DI EURO"
 
(c.s.) ROMA - Il gioco illegale nel 2006 ha incamerato circa 6,5 miliardi di euro. Il dato è stato reso noto oggi da Nicola Ferrini, ricercatore dell'Eurispes, nel corso della trasmissione di Rai utile (Lo scoop del "Secolo": 100 miliardi non riscossi dai Monopoli), dedicata la settore giochi. Secondo Ferrini, prima il gioco illegale era molto più esteso, con ricavi per circa 20 miliardi l'anno. "L'apporto dei Monopoli nell'arginare il fenomeno del gioco clandestino è stato fondamentale - ha dichiarato Ferrini - insieme all'azione normativa e regolatoria è necessario uno sforzo nelle azioni contrasto per debellare una realtà comunque attenuatasi".
 
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