SVOLTA DI PRINCIPIO La prima vera rivoluzione verso la qualità
MARCO TRENTINI una svolta epocale. Finalmente c'è un provvedimento che punta davvero alla qualità e lo condivido in pieno dice Roberto Brischetto. «Quello che ho sentito è una parte di quanto avevamo chiesto. L’unica paura è che ci siano le solite retromarce» afferma Antonio Somma. Il giudizio sui provvedimenti “tecnici” annunciati ieri dal Commissario nella conferenza stampa congiunta con il Ministro De Castro dei due protagonisti delle passate, e forse anche delle prossime Aste è positivo e unanime. «La battaglia che abbiamo fatto sta dando i suoi frutti; dal mantenimento del montepremi a 220 milioni alla lotta al doping, specialmente per la TCO2. Insomma condivido in pieno tutto» dice Enrico Dall’Olio, Presidente Unagt. In effetti l’impressione è di aver assistito a un momento importante, a un vero e proprio punto di svolta nella logica tecnica delle decisioni Unire. Per la prima volta, oltre alle tante cose che riguardano le scommesse, sono stati annunciati provvedimenti dall’effetto dirompente, soprattutto perché segnano (finalmente) un deciso cambio di rotta, quello da sempre auspicato, spesso annunciato e mai realmente messo in pratica, quello che porta a premiare la qualità. Via i premi allevatori sulle matinée, tanto denaro sulle corse di selezione, premi aggiunti ripristinati ma solo peri proprietari e da distribuire ai migliori, iscrizioni a pagamento: provvedimenti insomma che nessuno, se non solo per una buona dose di interesse personale, può contestare. Eppure siamo certi che, come sempre, una parte del settore (nonostante il mantenimento del montepremi al livelli “accettabile di 220 milioni a fronte di previsioni di 175) reagirà con la forza di una vipera calpestata. Perché è difficile rinunciare a un sussidio (come i premi allevatori sulle matinée, poche centinaia di euro moltiplicati per migliaia di aventi diritto) anche se questo fatto può portare vantaggi a tutto il settore e prima di tutto agli allevatori che possono vedere rivitalizzato il mercato. Quello che non accetteremo di sentire è che questi provvedimenti penalizzano i piccoli a vantaggio dei grandi. Perché è piccolo chi alleva quattro o cinque cavalli l’anno (e possono essere prodotti di qualità), non chi ne produce cinquanta e pretende di guadagnare seguendo solo logiche da hard discount. Una scelta che è un primo passo verso una nuova ippica, alla quale devono seguirne altre, altrettanto coraggiose e magari anche ancor più difficili, che riguardino la programmazione e gli ippodromi. Una scelta di qualità alla quale si è affiancato un altro annuncio importante, quello relativo alla pubblicazione (una volta certificato il laboratorio di Settimo Milanese) dei casi di doping a partire dalla "non negativtà” alle prime analisi, Quello insomma che fanno tutti gli sport e tutte le federazioni ippiche, quello che qui in Italia è stato accantonato per una folle e perversa definizione di privacy e che ha tolto trasparenza a tutto il settore. Il Ministro è apparso deciso, Melzi anche. In questi piccoli grandi provvedimenti può esserci lo spunto per la ristrutturazione, per cambiare davvero le carte. E non accettarli significa solo voler trascinare ancora più a fondo il settore.
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