(a.c.) ROMA - Si è tenuta quest'oggi presso la VI Commissione Finanze della Camera, l'attesa audizione con i vertici dell'Unione Nazionale Incremento Razze Equine, rappresentati dal Commissario Straordinario, Guido Melzi d'Eril. "Noi abbiamo espresso la speranza, e al contempo, la necessità - ha dichiarato Melzi d'Eril ad Agipronews - che partano questi punti vendita di gioco previsti del "Decreto Bersani": parliamo di 12.115 punti, che per noi del settore ippico sono decisivi. Da canto nostro ci attendiamo che partano il più rapidamente possibile, ma intanto lavoreremo con Aams sul nostro prodotto". La ricetta Melzi, per rendere più appetibili le scommesse tra la "Tris del caffè" e quella del primo pomeriggio, consisterebbe nel porre tra i due appuntamenti di riferimento, i migliori campi (si parla di uno o due ippodromi) con corse di un certo interesse. "Al momento - ha proseguito Melzi - stiamo cercando di capire se fornire un solo campo, almeno inizialmente, per poi passare a due. Questo meccanismo consentirebbe a chi vuole giocare anche in momenti diversi della giornata, di avere altre opportunità". Resta comunque inevaso il problema della partenza di tutte le novità. "Era chiaro che la partenza a luglio di quest'anno non fosse ipotizzabile; speriamo di poter iniziare almeno a settembre/ottobre, per entrare a pieno regime già nel 2008. Non è solo una questione di risorse: mi riferisco, infatti, anche alla promozione e alla diffusione delle novità".
Tra le ipotesi e le proposte inerenti l'Unire, che hanno caratterizzato il corso di questi ultimi mesi, vi è quella che vorrebbe lo stanziamento di un "fondo fisso" all'ente ippico da patre del Governo, ricalcando nella sostanza il modello già utilizzato per il Coni (che percepisce per le sue attività 450 milioni di euro in buona parte provenienti dal settore dei giochi pubblici). "In Commissione non è stato affrontato questo tema, benchè personalmente io sia contrario a questa tesi. Nel caso sarebbe stato più utile legare il fatturato dell'Unire al movimento generale delle scommesse; un progetto simile significherebbe, per esempio, che se le scommesse avessero un incremento del 10%, anche l'Unire beneficerebbe dello stesso passo in avanti. Ma questo è qualcosa che alberga nel libro dei sogni. Inoltre - ha concluso Melzi d'Eril - non credo nella "cifra fissa", poichè questo meccanismo finirebbe per narcotizzare il settore ippico, che già non vede una grande professionalità. Sapere di avere stanziati dei fondi non incentiverebbe gli operatori a fare di più".