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Le Voci del Trotto: Tv Ippica - Sky, dilettanti allo sbaraglio  
Autore: unagt
Pubblicato: 5/7/2007
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TV IPPICA – SKY, DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

    Parole gettate al vento. Vox clamans in deserto. Orecchie da mercanti da parte di chi gestisce il segnale (e questo ce lo aspettavamo), ma nessun cenno da parte di chi è proprietario della frequenza (UNIRE), e questo ci dispiace.

    Eppure l’argomento non è di poca importanza, anche se vi sono problemi maggiori. I fuochi grandi sono fatti di piccole scintille, ecco perché insistiamo sull’argomento.

    Allora chi si abbona a Skay per vedere le corse (e sono in tanti), acquista anche il diritto di ammalarsi di fegato. Per varie ragioni.

    Accende la televisione per vedere quanto gli interessa, perché ha fatto una puntatina, o perché aspetta una corsa in particolare. Subisce uno stillicidio: è costretto a sorbirsi insulse immagini di cavalli di galoppo che passeggiano in attesa che i fantini salgano in sella, o immagini di ippodromi di trotto con la pista sconsolatamente vuota, mentre sa, è certo, che la corsa che gli interessa è già partita da un pezzo e probabilmente già conclusa. Quando finalmente arriva il suo turno, guai se l’arrivo è “stretto”: al cronista non si lascia il tempo di verificare l’ordine d’arrivo che già le immagini passano ad altro campo, dove magari in quel momento non accade assolutamente niente. Senza contare che se il povero telespettatore è dotato di un minimo di cultura, deve sorvolare sull’italiano approssimativo di qualche cronista che ha abolito congiuntivi e consecutio temporum. Si debbono fare inoltre i conti con la raffinata tecnica di trasmissione, che non tiene conto dei livelli audio, per cui bisogna stare sempre con il telecomando a portata di mano, per abbassare ed alzare il volume a seconda dell’ippodromo da cui si trasmette. Andiamo oltre: nei riepiloghi notturni, che vanno avanti fino al mattino, non si capisce bene perché non si possano dare tutti i campi, penalizzandone alcuni senza plausibile motivo. Non parliamo poi di un palinsesto – orario, lusso che gli ippici evidentemente non meritano… Si ha comunque la sensazione che chi “gestisce” il segnale (non l’UNIRE che ne è proprietario ma che ha abdicato persino al controllo dei programmi) lo fa con una certa cura solo fino al momento in cui deve spillare il denaro dalla tasca dello scommettitore che, una volta all’asciutto, non merita nessun rispetto e si può gettare nella spazzatura. All’orario della TRIS la tragedia raggiunge il suo culmine. Il tempo trascorre con le immagini dell’ippodromo su cui si corre il terno ippico: interminabili sgambature senza audio e neanche uno straccio di scritta che indichi il nome del cavallo che sta provando. Ogni tanto rompe la monotonia una bella figliola che, maneggiando con consumata perizia un microfono, chiede a qualche guidatore di “dare i numeri”. E passa il tempo mentre altrove si corre e si accumulano i ritardi con cui i poveri telespettatori vedranno ciò che a loro interessa. Non ci soffermiamo sulle riprese, la cui qualità varia da ippodromo ad ippodromo, senza che vi sia una direttiva unica: per cui si fa vedere un cavallo che “già ha vinto” disinteressandosi della lotta per le piazze che è certo più vivace di un’immagine di un cavallo che va da solo. Poi la telecamera aspetta sul traguardo che arrivino gli altri… Senza dire come sulle nostre frequenze si pubblicizzino altre scommesse “concorrenti”, senza che vi sia contropartita: mai abbiamo visto su un canale calcistico, o tennistico o comunque di un altro sport, una promozione dell’ippica. Potremmo continuare all’infinito, ma ci sembra superfluo andare oltre. Perché nessuno ci ascolterà. La scommessa ippica è “intelligente”, come recita giustamente una promozione: ma lo scommettitore viene trattato da emerito cretino… Sic transit gloria mundi. Tanti cari saluti, amici dell’UNIRE…

 
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