(a.c.) ROMA - Presumibilmente dopo il 25 giugno potrebbe riprendere a pieno ritmo il ciclo di audizioni informali che la VI Commissione Finanze della Camera sta tenendo con i rappresentanti del settore dei giochi. Si procrastinano, quindi, i tempi di chiusura di queste consultazioni che potrebbero, a questo punto, allungarsi per buona parte del mese di luglio, anche se con una buona dose di ottimismo, è possibile ipotizzare che gli incontri tra politici e addetti ai lavori, potrebbero trovare conclusione già a metà del mese prossimo. Intanto giunge per oggi uno stop alle audizioni del Coordinamento Nazionale del Gioco e di Assoslot, associazioni di categoria fortemente legate al segmento delle New Slot. Per la cronaca l'audizione del CNG era già stata rinviata il 17 maggio scorso, quando i membri dell'associazione avrebbero dovuto incontrare i membri della Commissione.
Le audizioni, annunciate dal Vice Presidente della Commissione Finanze, Francesco Tolotti, il 24 marzo scorso nel corso di Enada Primavera, sono partite ufficialmente il 19 aprile scorso. In quella data la Commissione ebbe modo di ascoltare i vertici di Snai S.p.a., rappresentati dal Presidente Maurizio Ughi, e dal Presidente di Assosnai, Francesco Ginestra. A termine dell'ora di audizione ad emergere dall'incontro le proposte che lo stesso Ughi formulò all'indirizzo della Commissione, in merito al futuro bando per la gestione del SuperEnalotto, che come previsto nella Fiananziaria 2007, avrà ancora un unico gestore. Il presidente di Snai, in quell'occasione chiese il "perchè" di quella che egli stesso definì "un'inconguenza tra la scelta di aprire maggiormente il mercato, come accaduto per il riordino della rete per la raccolta dei giochi pubblici, e quella di tornare all'affidamento ad un unico soggetto per ciò che riguarda il SuperEnalotto". Oltre ad una disamina relativa al delicato settore ippico, i vertici di Snai, parlando del segmento delle New Slot, proposero alla Commissione Finanza della Camera una maggiore definizione della figura del cosiddetto "terzo raccoglitore". Ma alla proposta di un'eventuale cogestione da parte di più soggetti del SuperEnalotto, fece eco la risposta del Vice Presidente della Vi Commissione, Tolotti, il quale ribadì che "In Europa le concessioni sui grandi giochi, che rivestono un grande interesse erariale come è il caso del SuperEnalotto, sono gestite da un unico operatore. Credo sia la strada giusta da percorrere per l’Amministrazione, anche perché sono richieste garanzie di affidabilità e organizzazione di livello superiore a quelle previste sulle scommesse dal decreto Bersani e dai successivi bandi”.
Dopo un'audizione presso la Commissione Finanze del Senato, giunse il 10 maggio scorso, nell'omologa Commissione dalla Camera, la Società Generale d'Informatica (Sogei), partner tecnologico dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. In rappresentanza dei vertici aziendali erano presenti Gilberto Ricci (Presidente Sogei) e Valerio Zappalà (Amministratore Delegato Sogei). In quell'occasione Ricci illustrò i dati relativi alla rete e ai sistemi di controllo, soffermandosi, in particolare, sul fenomeno delle New Slot: nel solo 2006 il settore aveva visto collegati nella rete di Sogei 207.922 apparecchi, e aveva raccolto complessivamente 15,4 miliardi di euro, di cui oltre 2 finiti nelle casse dello Stato sotto forma di Preu. Nel corso dell'audizione venne inoltre sollevato il problema relativo al decrento dle Preu. Roberto Salerno, parlamentare di An e membro della Commissione Finanze chiese ai rappresentanti di Sogei se ritenessero un obiettivo strategico proseguire sulla scia del decremento del Preu (Prelievo erariale unico, sceso dal 13,5 al 12%, ndr) con un contestuale aumento del premio per gli operatori del settore. In linea generale Sogei si disse favorevole all’abbassamento del Preu e della base imponibile a favore di un aumento del volume, ma sottolineò che si trattava di una scelta politica e dunque di competenza di Aams e del Ministero delle Finanze.
Il 30 maggio scorso sono stati accolti in audizione i rappresentanti delle realtà associative del Bingo, Ascob e Federbingo, che facendo fronte comune con un unico documento, hanno puntato su proposte concrete per il settore. Tra queste la restituzione, totale o parziale, dell'aggio percepito dai Monopoli di Stato, e fissazione di una nuova quota percentuale a fronte di precisi obblighi da parte dell'Amministrazione; la riduzione del Prelievo Erariale Unico sul Bingo, con un adeguamento ai livelli degli altri giochi pubblici; il prolungamento a 12 anni della durata della concessione. La relazione comune presentata da Ascob e FederBingo partiva dall'osservazione della realtà dal punto di vista degli operatori del settore, in un momento in cui ad una maggiore riduzione degli introiti, stia corrispondendo un aumento dei costi. I conti fatti dalle associazioni di categoria, hanno fornito un segnale chiaro sul malcontento della categoria: a fronte di un investimento iniziale di circa 2 milioni di euro, gli incassi giornalieri sono inferiori a 10 mila euro, soglia questa, che non consentirebbe, alla lunga, una corretta politica degli investimenti e dell'occupazione. Il settore vede impegati, a vario titolo, circa 15 mila addetti, con un contratto, uno tra i pochi nel settore dei giochi, legato a quello nazionale dei lavoratori del turismo. Il Bingo ha pagato inoltre lo scotto di essere stato etichettato ideologicamente come "il gioco imposto dalla sinistra": questo avrebbe reso più difficili i rapporti tra gli operatori e le istituzioni, creando una sorta di silenzio intorno all'attività. Il Bingo, unico gioco pubblico ad avere bisogno di un'apposita struttura per il suo svolgimento, ha pagato pegno anche con l'introduzione della discussa legge "Sirchia", quella che ha introdotto il divieto di fumo all'interno dei locali pubblici. L'adeguamento delle sale, infatti, ha costituito un ulteriore salasso per gli imprenditori del settore, viste le rigide regole introdotte con la normativa.
Il 6 giugno scorso sono stati ricevuti in audizione i rappresentanti dei ricevitori aderenti a Co.na.ri, Co.ri.pro e Clacs Cisl ricevitori Lotto, che a detta degli stessi membri della Commissione Finanze, hanno presentato una situazione drammatica. Ma nonostante il malcontento tra le file della categoria, alcune proposte abbastanza chiare sono state formulate, come ad esempio, lo slittamento del termine di entrata in vigore della nuova rete di vendita dei giochi pubblici (si è addirittura parlato di procrastinare il temine fino al termine della stagione calcistica 2007/2008). Prendendo atto delle richieste provenienti dal settore, i membri della Commissione si sono detti disposti ad ascoltare in un'audizione formale i rappresentanti di categoria.
Il 7 giugno il ciclo di audizioni è proseguito con gli incontri con i sindacati del settore scommesse Sicon (Sindacato Imprese Concessionarie) e Sistel (Sindacato Imprese Scommesse Telematiche), rappresentati dai rispettivi presidenti, Raffaele Palmieri e Fernando Petrivelli. All'audizione era presente anche era presente anche il Sottosegretario all'Economia e le Finanze con delega ai Giochi, Alfiero Grandi, che si è intrattenuto sino alla fine degli incontri. La presenza del Sottosegretario, ma soprattuto una Commissione seriamente intenta a comprendere gli intimi meccanismi di un mercato, quello delle scommesse, in rapida via di evoluzione, hanno costituito un'occasione irripetibile per i rappresentanti degli operatori del settore. Tra le richieste provenienti dai rappresentanti di categoria vi era quella di avviare un processo di equiparazione tra le varie licenze, dato che, in alcuni casi, hanno scadenze diverse. E' inoltre stata sollevata nuovamente la questione, già ricordata in altre occasioni, della rete di raccolta: il Sicon, ad esempio, ha chiesto che ve ne sia una sola, senza alternative, così come ha chiesto che i Monopoli di Stato effettuino uno "screening" completo della categoria, al fine di conoscere quanti operatori sono in gioco e cosa fanno. Dal canto suo il Sistel ha esposto alla Commissione una delle problematiche vissute dagli operatori del telematico: secondo Petrivelli, infatti, esisterebbe una criticità in materia di antiriciclaggio rappresentata dalla raccolta di gioco anonimo in agenzia, di cui può approfittare la criminalità organizzata, un rischio che non si correrebbe per via telematica.