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La Gazzetta dello Sport: La favola infinita di Sir Frankie (5.6.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 7/6/2007
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La liberazione nel Derby inglese e il bis in quello francese entrano nella leggenda
La favola infinita di Sir Frankie «Ho ancora fame»
Il Dettori pensiero dopo 2 Derby e a 5 GP dai 400. Intanto gli inglesi lo vogliono baronetto onorario

MICHELE FERRANTE
Ventiquattr’ore indimenticabii tra Epsom e Chantllly, tra il Derby inglese finalmente sconfitto e quello francese diventato un’abitudine. Un’altra pagina di leggenda, da piazzare fra le prime del voluminoso dossier di Lanfranco Dettori.
La corsa maledetta non è più tale dopo 14 tentativi e l’Inghilterra, che ha inflitto al bookmaker perdite pari a oltre 100 milioni di euro, ora chiede a gran voce il titolo di baronetto, seppure onorario poiché Dettori non è inglese. Quel titolo perso miseramente da Lester Piggott dopo i mesi trascorsi dietro le sbarre per frode fiscale. Dettori, a questo punto potrebbe essere appagato.
«Con il derby di Epsom ho vinto tutto, in teoria potrei anche ritirarmi. Invece ho ancora fame di vittorie, magari un altro Derby inglese ma per Sheikh Mohammed, l’uomo che più di tutti ci ha creduto, affidandomi i suoi campioni».
Cosa le ha detto lo sceicco sabato sera?
«Continua così, non sei niente male».
Altri cinque Gran Premi da vincere per toccare quota 400 in carriera.
«E’ il bello di questa professione. Ogni giorno mi sveglio assatanato, non vedo l’ora di salire in sella ad un cavallo. C’è sempre un obiettivo da raggiungere, questo per me è il paradiso».
Le sensazioni di sabato a Epsom.
«Authorized era nettamente il migliore, ma se sapeste quante corse ho perso con i cavalli invinciblli. Può accadere di tutto, una giornata storta, un avversario che si trasforma. Ho preso coscienza all’ingresso in dirittura: "Adesso ti battono solo se cadi" mi son detto. Poi non ho capito più nulla fino al giorno dopo».
Chantilly, il terzo Derby francese in bacheca.
«Averlo vinto 24 ore dopo Epsom è stato quasi uno spreco, nel senso che non me lo sono gustato adeguatamente. Anche con Lawman è stato abbastanza facile. Devo ringraziare il collega Olivier Peslier, mi ha mi- posto di montarlo visto che non poteva farlo lui per altri impegni».
Avrebbe mai immaginato tutto questo?
Quando ero un ragazzino e mi stavo facendo le ossa da Luca Cumani, sognavo un giorno di poter montare qualche cavallo importante. Avrei firmato per vincere un terzo di quanto è arrivato. Ogni tanto al mattino mi tiro un pizzicotto per avere la certezza di non vivere solo un sogno. Poi vedo i miei 5 figli e Catherine e capisco: tutto vero».
In futuro cosa le farà ricordare la vittoria di Authorized?
«Prima di tutto la giubba verde usata in corsa. Resterà per sempre appesa a una parete di casa».

 
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