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La Gazzetta dello Sport: Derby da Botti (22.6.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 25/5/2007
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La classicissima romana ci consegna una vittoria piena di risvolti e tutta da ricordare
Figlio fantino padre trainer. Derby da Botti

SANDRO CEPPARULO
Nel settembre del 1999, a soli 27 anni e con già scudetti dei jockey (1992 e 1996), Ed- mondo Botti decise che la pista non era più fatta per lui. Faceva troppa fatica a restare nel peso, alto com’era e com’è 1 metro e 73 centimetri, e le motivazioni più intense se n’erano in buona parte andate. Ma il riflusso della vita lo riportò in sella nel 2002 e il galoppo ritrovò l’affidabilità di questo fantino che domenica ha scritto il suo nome sul libro antico del Derby.
QUASI UNICA E lo ha fatto in maniera quasi unica: montando un cavallo allenato dal padre Giuseppe. Nella corsa che ogni trainer e fantino sogna per una vita solo un’altra volta padre e figlio furono uniti nel trionfo: accadde nella 13a edizione, 111 anni orsono, quando Albert Rook portò al traguardo Goldoni, allenato dal padre Thomas Rook (di cui era il quarto erede) l’uomo che, venuto da Newmarket, ha costruito buona parte della fase storica del nostro galoppo. Thomas Rook, che del Derby vinse la prima edizione (1884 Andreina) sarebbe morto nel settembre della stagione successiva a soli 61 anni.
LA GIOIA «Credevo — attacca Edmondo Botti — di essere stato l’unico a vincere un Derby montando un cavallo allenato in famiglia. Lo ha fatto Rook? L’essere in
tale compagnia è solo un onore. E aver vinto la gioia più grande della mia carriera anche se nelle ultime 3 stagioni ho avuto sotto la sella cavalli d’elite come Electrocutionist e Ramonti. Il Derby è diverso, è il compendio di tutto quanto un uomo di galoppo può immaginare e se nel 1999 quando decisi di smettere mi avessero detto che la mia “secondavita” da fantino sarebbe stata questa gli avrei dato del pazzo».
MAI PROBLEMI Sospira. «In curva quando ero fra gli ultimi non mi sono preoccupato. Ho pensato che c’era stato tanto ritmo e Awelmarduk galoppava facile, con volontà. Il resto lo avete visto. Io ci ho messo del mio, ma è stato Awelmarduk afare le cose grandi, a vincere da vero padrone. Non ha mai avuto un momento di debolezza. E dire che guardandolo in lavoro non gli dal un granché: è freddo e tende a non staccarsi mai da chi lo accompagna».
CONFERMA Giuseppe Botti è il padre-tralner, 61 anni, 32 scudetti in simbiosi col fratello Alduino per una family-story completa. «Il Derby è un concentrato di emozioni e quando lo vinci con tuo figlio in sella a un cavallo cresciuto sui tuoi prati non credo ci siano parole capaci di descrivere quanto provi. Awelmarduk arrivò da foal due anni fa al Velino, dove abbiamo l’allevamento, proveniente dall’Irlanda assieme alle 5 fattrici del si-
gnor Felice Villa, uno di quegli uomini che è proprietario per scelta e per definizione. E, in questo caso anche allevatore. Lo scorso anno Awelmarduk fece 4 corse e vinse l’ultima da cavallo buono. Non diciamo che già allora fosse destinato a correre il Derby, ma prometteva di essere un cavallo mi- portante anche per il carattere da vero corridore. Ora tutto quello che pensavamo di lui si è decuplicato».

 
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