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Agipro: Presentata da Federippodromi ricerca "Nomisma" sul comparto ippico  
Autore: unagt
Pubblicato: 12/4/2007
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AGIPRO NEWS: Pubblicato il 12 aprile 2007 ore 13:15



IPPICA - EVENTI: PRESENTATA DA FEDERIPPODROMI RICERCA "NOMISMA" SUL COMPARTO IPPICO
 
(a.c.) ROMA - E' stato presentato oggi a Roma lo studio redatto dalla società di studi "Nomisma" dal titolo: "Politiche di programmazione e rilancio dell'ippica italiana". Voluto da Federippodromi, lo studio rappresenta la prosecuzione ideale, nonché il completamento di un precedente volume dedicato alle problematiche del comparto ippico, presentao invece nel 2004: "Il sistema ippica in Italia". All'incontro di oggi erano presenti Vittorio Rossi, Presdinete della Federippodromi, Giorgio De Rita, Amministratore Delegato di "Nomisma" e il Commissario Straordinario dell'Unire, Guido Melzi d'Eril. (segue)

ROSSI (PRES. FED.): "IN QUESTO PERIODO DI CRISI LE CATEGORIE TROVINO UN'UTILE SINTESI" 
 
(a.c.) ROMA - L'incontro di oggi è stato introdotto dallo stesso Presidente di Federippodromi, Vittorio Rossi, il quale ha definito la ricerca redatta a cura della "Nomisma" "uno studio ambizioso che prosegue le orme di un altro lavoro". Prima di lasciare la parola a Giorgio De Rita per l'illustrazione dei dati, Rossi ha ricordato come lo stesso studio rappresenti il punto di partenza per un confronto tra le categorie del settore ippico, sempre troppo diviso e frazionato sugli interessi particolari di ciascuna categoria.  "Ora che la crsi si è fatta più profonda - ha dichiarato Rossi - è necessario che le categorie trovino tra loro un'utile sintesi". (segue)
 
DE RITA: "CREATA UNA BANCA DATI PER L'IPPICA" 
 
(a.c.) ROMA - Modello dei distretti produttivi in crisi a partire dagli anni '90. Economia verso un cambiamento radicale e una perdita dei suoi baricentri tradizionali. Mercati internazionali alla prese con globalizzazione. Questi sono solo alcuni degli spunti di riflessione proposti nel corso del suo intervento dall'Amministratore Delegato della "Nomisma", Giorgio De Rita, al quale è toccato il compito di spiegare i dati contenuti nello studio condotto sul comparto ippico. Un dato su tutti, sul quale dovranno necessariamente riflettere i vertici delle categorie ippiche, è quello che il sistema del comparto si muove, come qualsiasi altra attività umana, in un contesto più vasto. Non esiste, quindi, una politica per l'ippica, bensì una serie di interventi che si rendono necessari, e che vanno inquadrati un'ottica molto più vasta, che comprende, appunto, mercati, modelli economici, crisi e rilanci della stessa economia. "Nel corso del nostro studio - ha spi egato De Rita - abbiamo dovuto creare una vera e propria banca dati sulla quale fondare la nostra analisi interpretativa". (segue)  

 
DE RITA (AD NOMISMA): "SISTEMA IPPICA CRESCIUTO A DISMISURA, ORMAI SULL'ORLO DEL COLLASSO"
 
(a.c.) ROMA - Il numero di corse ippiche, ordinarie e differenziate, dal 1995 al 2006, è passato da 17.088 a 22.606, con un incremento del 32,3%. Questi dati sono accompagnati - inevitabilmente - da un aumento delle giornate di corse che dalle 2.062 del 2005, sono giunte alle 2.920 del 2006 (+ 41,6%). Per quanto il quadro complessivo indichi una crescita generale del settore, non esiste alcuna diretta corrispondenza con il mondo delle scommesse, assolutamente altalenante, con cicli, che solo apparentemente appaiono positivi, in una situazione, che al contrario, mostra un sistema in crisi. Evidentissimo è inoltre il calo delle presenze degli spettatori negli poodromi: dagli oltre 2,6 milioni registrati nel 2005, si è passati a poco più di 280 mila unità nell'anno passato. A questi dati possono essere date diverse chiavi di lettura, anche se è quanto mai chiaro che una crescita incontrollata, non ha fatto altro che saturare il mercato ippico. "L'esempio che potrebbe bene rappresentare l'attuale situazione nel settore ippico - ha continuato De Rita - è quello del campo di calcio su cui giocano solo due persone. Probabilmente i due giocatori non si divertiranno, visto il numero esiguo, avendo bisogno di altri compagni. Se, al contrario, il numero dei giocatori cresce a dismisura all'interno del campo, non solo si tornerà nella situazione di partenza (scarso di vertimento n.d.r.), ma ci sarà un momento in cui, anche un solo giocatore in più, decreterà il collasso del sistema, e quindi la fine dell'intera partita". (segue)  
 
DE RITA (AD NOMISMA): "MENO CORSE, MA PIU' QUALITA' E PIU' COMUNICAZIONE"
 
(a.c.) ROMA - Dai discorsi affrontati nel corso della presentazione dello studio redatto dalla "Nomisma" è risultato inoltre evidente come la produttività delle corse, in un sistema ormai "oversize", vada incontro ad una progressiva ed inferiore redditività. La ricerca ha mostrao come ad un aumento dell'1% delle corse ippiche corrisponda, per contro, un calo della redditività di circa 40 euro nella media delle entrate. "Con questa tendenza è facile intuire - ha proseguito De Rita - come la perdita complessiva sul movimento sia nell'ordine delle centinaia di milioni di euro".
A questo punto, l'unica considerazione possibile riguarda la riduzione del calendario di corse: quest'azione può solo giovare alla situazione dell'ippica italiana. "Nonostante i dati - ha concluso l'AD di "Nomisma" - non credo che un semplice taglio netto al numero delle corse sia comunque decisivo. Un'azione forte ed efficace dovrà essere effettuata anche sul fronte della qualità delle corse, così come un forte incentivo dovrà essere dato alla comuncazione". (segue)

MELZI (COM. UNIRE): "INTRAPRENDERE INSIEME UN PERCORSO EVOLUTIVO, NESSUNO PUO' FARLO DA SOLO"
 
(a.c.) ROMA - "Volendo, si può". E' questo il finale sintetico, sotto forma di esortazione per l'intero settore ippico, dell'intervento del Commissario Straordinario dell'Unire, Guido Melzi d'Eril, che ha di fatto chiuso l'incontro organizzato oggi dalla Federippodromi.
"Le chiacchiere stancano - ha detto Melzi - e purtroppo non servono: molte volte in queste ultime settimane ho ripetuto le stesse cose. Ritengo che oggi come oggi si debba necessariamente dare cittadinanza alle cifre, ai numeri, così come dimostrato da questo studio. Più di una volta il comparto non è stato capace di guardare con serietà ai propri problemi e a numeri che spiegavano tali problemi. Sarebbe grave continuare a perseguire la strada del "pressapochismo" in un momento come questo".
Le dure parole del Commissario dell'Unire tendevano ad un solo obiettivo: far comprendere come il futuro del comparto ippico passi per almeno cinque punti fondamentali:
- ridimensionamento del calendario degli eventi;
- programmazione del calendario degli eventi;
- programmazione delle azioni di comunicazione;
- programmazione degli interventi di eventuale rimodulazione del gioco e delle scommesse;
programmazione delle azioni mirate al sostegno e allo sviluppo del settore ippico.
"Il dato impressionante ascoltato quest'oggi, è quello che riguarda l'indice in caduta libera degli spettatori negli ippodromi. Nonostante questo, e nonostante il paragone del sistema italiano in forte affanno rispetto a modelli come quello francese ed inglese, si avverte ancora una forte resistenza in alcuni ambiti. Il mio compito oggi è quello di ribadire che dobbiamo avere meno corse e meno prodotto ippico: insieme dobbiamo intraprendere un percorso evolutivo, poichè nessuno potrà farlo da solo". (fine)

GRAGNANIELLO (UPT): “CHE I TAGLI NON COLPISCANO SOLO I PROPRIETARI”
 
(c.r.) ROMA – In una lettera aperta al Commissario Unire Guido Melzi d’Eril, il Presidente dell’Unione Proprietari Trotto, Francesco Gragnaniello, lamenta il calo del montepremi, che rischia di scendere al di sotto dei 220 milioni di euro, una soglia ritenuta minima per la sopravvivenza del settore. I tagli imposti “sembrano gravare ancora solo sulle categorie produttive, in primis i proprietari”, definiti dallo stesso Gragnaniello “volano dell’ippica, in quanto investono risorse e senza i quali non esisterebbero allevatori, allenatori, guidatori, categorie, soggetti ed enti – compreso l’Unire – che gravitano intorno all’ippica”.
Il presidente dell’Unione Proprietari Trotto sottolinea come il montepremi sia calato negli ultimi tre anni del 20,3% (passando dai 276,4 milioni del 2004 ai 220 “promessi” nel 2007), mentre l’appannaggio alla società di corse, nello stesso periodo, sia aumentato del 18,2%.
Nell’analisi di Gragnaniello anche le sorti dell’UnireLab, che a suo giudizio compie analisi inaffidabili ma molto costose, rendendo poco trasparente un aspetto fondamentale nell’ippica come quello del doping.
L’auspicio – conclude Gragnaniello – è che solo con un’azione programmata, condivisa, fondata su una pianificazione tecnica ed economica, le categorie possono continuare a fornire al Commissario Unire l’appoggio necessario.
 
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