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Lo Sportsman: La due giorni torinese e l'uovo di Colombo (11.4.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 11/4/2007
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PENSIERI E PAROLE

La due giorni torinese
e l’uovo di Colombo

LUIGI COLOMBO
Avevamo titolato in prima pagina nel numero di sabato scorso ‘Torino val bene una Pasqua’ e mai titolo è stato più azzeccato. All’ippodromo di Vinovo ho trascorso un pomeriggio pasquale piacevole, interessante e sereno che ha un po smorzato il mio pessimismo sul futuro dell’ippica italiana. Tanti gli ingredienti che hanno contribuito a rendere gradevole la giornata. Prima di tutto un pubblico variopinto composto da appassionati ma soprattutto da molte famiglie con bambini che si sono divertiti un mondo al parco giochi e hanno gradito l’uovo di Pasqua offerto dalla società di corse, mentre i genitori non esperti di cose ippiche sono stati accompagnati per tutto il pomeriggio dalle informazioni su cavalli e corse fornite da Franco Pinna, cronista dell’ippodromo. Elisabetta Busso ha realizzato interviste ai protagonisti prima delle gare ed è stata pronta anche a coglierne le emozioni appena terminata la corsa.
Il programma offriva una serie di corse di buon livello, culminate nel Costa Azzurra, che hanno visto trionfare alcuni beniamini dell’ippodromo torinese come Pietro Gubellini, Andrea Guzzinatì e Santo Mollo, i quali hanno reso felici i loro sostenitori mandandoli alla cassa.
Al ristorante, tutto esaurito, chiacchierando con alcuni esperti colleghi li ho sentiti coltivare la speranza che il momento difficile dell’ippica porti una ventata di pulizia e di rispetto delle regole. Ho ascoltato lo sfogo di uno dei più bravi guidatori, cioè Marco Smorgon, che chiedeva a gran voce il rispetto delle regole da parte di tutti i colleghi, affinché sia sempre premiata la qualità nel lavoro. E sulle stessa linea si è schierato Walter Lagorio, che per alcuni anni è stato il rappresentante locale della categoria. «Bisogna migliorare le strutture se si vogliono creare campioni, altrimenti noi allevatori saremo costretti ad andare all’estero a far crescere i nostri cavalli», Così mi ha raccontato con passione Antonio Carraretto, general manager di un allevamento di successo come quello dei Kronos.
La sera poi, in occasione della cena offerta dalla Torinese per celebrare il Costa Azzurra e il Città di Torino, parlando con il presidente dell'Anact Roberto Brischetto del successo dì pubblico del pomeriggio, convenivo con lui che questa è la filosofia da seguire per riportare la gente all’ippodromo e Tomaso Grassi, che era accanto a noi, sorrideva perché lui a Cesena seguendo la stessa linea l'estate scorsa era andato alla grande.
Infine in chiusura di serata il Commissario Guido Melzi descriveva con toni molto realistici la difficile situazione dell’ippica e dopo aver chiesto a tutti di “rinunciare ai piccoli privilegi di cui quasi tutti godono per favorire l’interesse generale" affermava convinto che gli ippici non devono puntare sempre sul chiedere aiuto al governo, ma devono essere in grado di proporre nuovi modelli capaci di portare nuove risorse economiche al mondo dei cavalli. Tornando a Milano, mentre percorrevo l’autostrada semideserta, ripensavo a quanto avevo sentito e mi dicevo: ma se i guidatori rispettassero le regole,come vuole Smorgon, se gli allevatori puntassero più alla qualità, come sostiene Carraretto, se gli ippodromi seguissero l’esempio di Torino e Cesena, come sostengono Brischetto e Grassi, se tutti gli ippici rinunciassero agli interessi personali in favore dell’interesse nazionale e se si lanciassero proposte interessanti per portare nuova linfa alla risorse economiche, come propone Melzi, i problemi dell’ippica troverebbero in fretta soluzioni positive. Ma è l’uovo di Colombo! lnfatti.

 
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