CATEGORIE IN ATTESA Ristrutturazione ma niente altri sacrifici
"È vero che è indifferibile una ristrutturazione, per il rilancio dell'ippica. Le categorie sono consapevoli che i sacrifici sono stati e saranno necessari: ma questi sacrifici debbono essere in primo luogo distribuiti equamente ed in secondo luogo pianificati nel tempo, con un congruo sostegno economico per un settore che ha subito veri e propri espropri di quanto dovutogli per legge (minimi garantiti e canoni Tv). Le categorie credono ancora nel prodotto, e anzi intendono farsi parte attiva nel rinnovamento dell'ippica, anche attraverso una dialettica ed una partecipazione consultiva; ma per farlo, debbono sopravvivere. Di qui, il mantenimento del montepremi 2007 ai livelli, almeno, dei promessi 220 milioni di euro..." queste le parti significative del comunicato emesso dall’lntercategoriale (Upt, Fipt, Unagt e Assogaloppo) al termine della riunione effettuata ieri a Bologna, nella quale le quattro sigle hanno definito la strategia (rischio di sciopero se ci saranno ulteriori drastici cali) in attesa delle comunicazioni del Commissario Guido Melzi d'Eril. Da parte sua l’Anagt ha invece affermato di "accettare a malincuore quanto propostoci-impostoci dal Ministro Paolo De Castro e dal Commissario Guido Melzi solo ed esclusivamente in previsione di un rapido recupero dì un'entità attuale del montepremi, con le maggiori entrate che dovranno essere portate dalla nuova rete di accettazione e di considerare qualsiasi variazione in negativo come limite inaccettabile alla sopravvivenza”. In particolare le Categorie, e non solo le firmatarie, lamentano al momento una previsione, contenuta nel bilancio preventivo redatto dagli uffici dell’Unire in epoca Panzironi, secondo la quale nel 2007 ci sarebbe una crescita della remunerazione agli ippodromi (secondo la convenzione siglata da Panzironi lo scorso anno). Crescita probabilmente legata a un’eventuale mancata riduzione del numero di giornate e dovuta anche a sentenze che imporrebbero all’Unire di non togliere giornate ad alcuni impianti, portando così il settore in una situazione ancor più folle, visto che a una diminuzione dei premì corrisponderebbe addirittura un aumento delle corse. Un’ipotesi da scongiurare immediatamente per il bene di tutti. |