GLI OSTAGGI DI PANZIRONI A questo punto non nascondiamo un pizzico di invidia nei confronti di Panzironi. Per quanto male abbia fatto all’ippica non si può non riconoscergli un’abilità fuori del comune. Un uomo che riesce ad eludere per tanto tempo la fine di un rapporto di lavoro, nonostante una lettera di “licenziamento”, nonostante i tanti addebiti che gli vengono mossi anche in sede giudiziaria, è un uomo che ha evidentemente dedicato tutto il tempo in cui ha lavorato all’UNIRE a costruirsi una rete di protezione sicura: si è procurato gli agganci giusti, ha saputo coprire le irregolarità che gli vengono ora contestate coinvolgendo persone che ora debbono difenderlo per tema di essere tirate in ballo. Non si può spiegare in maniera diversa la sua ostinata resistenza con il beneplacito di chi potrebbe allontanarlo dall’ UNIRE e gli consente di dettare le condizioni. Insomma è chiaro che Panzironi, novello talebano, ha catturato degli ostaggi e sta trattando la loro liberazione. Ma chi sono questi ostaggi? La curiosità ora supera la rabbia per il tempo che si sta perdendo a danno dell’ippica. Se a Panzironi non è bastata l’offerta di oltre trecentomila euro di buonuscita, è segno che gli ostaggi sono preziosi ed importanti. E soprattutto è l’indice della gravità dei segreti che Panzironi custodisce e che potrebbero diventare pubblici. Al momento possiamo solo sospettare degli amici del Segretario generale. Probabilmente qualcuno lo è stato in buona fede, ma gli avvenimenti recenti dicono che molti lo hanno fatto per interesse personale, e sono quelli che ora sono ostaggio dell’ex segretario generale. Escludiamo l’attuale ministro De Castro, anche se il suo atteggiamento morbido lo rende almeno corresponsabile della situazione: ma non possiamo dimenticare chi ha piazzato Panzironi all’ UNIRE, non possiamo non ricordare chi ha ricevuto dal segretario grandi favori, come l’abbuono di un mucchio di milioni di euro di minimi garantiti, o di chi ha riscosso contributi per servizi – fantasma. Sono loro gli ostaggi che temono di essere “bruciati” e che premono per il… pagamento del riscatto. Ma, al punto in cui siamo, preferiremmo che il bubbone scoppiasse, per liberarci una volta per tutte di certe sanguisughe dell’ippica. |