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Lo Sportsman: Il caso Aramon, francesi in errore per il caos italiano (14.3.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 16/3/2007
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IL CASO ARAMON
Francesi in errore
per il caos italiano

Il caso dell'esclusione (sbagliata) di Aramon dalla corsa di lunedì a Marsiglia, in cui era partente e di cui abbiamo già dato notizia nel giornale di ieri, rnerita qualche ulteriore considerazione. Intanto è necessario riassumere l‘accaduto. Aramon è stato dichiarato partente allo start in una corsa che “chiamava al primo nastro cavalli non vincitori di 10.000 euro dal 17 dicembre scorso. Pochi minuti prima del via (il cavallo era in pista e stava sgambando) i commissari dell’ippodromo francese hanno escluso d'autorita il 10 anni italiano, perché hanno ritenuto che Aramon non rispondesse ai requisiti della proposizione. In realtà Aramon nel periodo preso in considerazione ha vinto tre corse Tris e ottenuto un ulteriore piazzamento, incassando al traguardo in totale oltre 23.000 euro: ma in seguito agli abbattimenti delle somme vinte previsti per le Tris le sue vincite agli effetti della qualifica alle chiamate di corsa risultano di poco superiori ai 7.000 euro. La differenza, come si constata, è davvero notevole.
Questo episodio è importante sotto diversi aspetti. lnnanzitutto pone il luce il fatto che non esistono tuttora norme il più possibile  uguali, e quanto meno prive di equivoci, nell’ippica europea: è un obiettivo da raggiungere nel tempo e superando non poche dlfficoltà, come avviene in tutti gli altri settori della comunità europea ma deve essere comunque un obiettivo ben presente a dirigenti degli Enti che presiedono all’ippca nei vari Paesi, Italia ovviamente compresa.
Secondo, il "caso Aramon" sottolinea la complessità delle regole italiane che a volte sfiorano l’astruseria. L’ltalia è l'unico Paese a scorporare il dieci per cento destinato agli allenatori come se non fosse vinto al traguardo; inoltre i meccanismi degli abbattimenti delle somme vinte (in particolare per le Tris, ma anche per i cavalli impegnati in manifestazioni particolari) non ci risulta esista altrove e diventa francamenie incomprensibile da proporre quando un italiano corre all’estero. Tra l‘altro, per paradosso, lo stesso meccanismo potrebbe in altre situazioni impedire l‘accesso a qualche corsa, per mancanza di somme vinte....
Insomma, sembra opportuno rivedere questa materia, certamente difficile e delicata, cercando di rendere più semplice l‘attuale groviglio che genera più di una volta incomprensioni e magari rivedendo determinati coefficienti: perche, detto nudo e crudo, pare esagerato che un cavallo che incassa oltre 23.000 euro “risponda” di fatto per poco più di 7.000. Mentre altri nello stesso arco di tempo, hanno vinto 10 o 12000 euro ma tutti conteggiati perché non fruiscono di abbattimenti.
Per finire pare incredibile che nell’anno di grazia 2007, con tutti telefoni, i telefonini, fax, e-mail, satelliti e quant'altro a disposizione non sia stato possibile chiarire in tempi utili la situazione di Aramon, arrivando alla drastica esclusione d'autorità. Possibile che nell’epoca delle comunicazioni ci siano solo dialoghi fra sordi?

 
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