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Lo Sportsman: Allenatori ubiqui e malati immaginari (12.3.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 14/3/2007
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Allenatori ubiqui e malati immaginari un regolamento da rivedere
Egregio Direttore, vorrei portare alla sua conoscenza un problema che, ormai da anni affligge noi allenatori, ippici nonche itineranti. Nel convegno di venerdì a Roma mi sono permesso, in tono polemico verso le istituzioni ippiche, di motivare la mia assenza all’insellaggio con un eccessivo costo della trasferta rispetto ai premi assegnati dall’Unire per la corsa in oggetto. Mi domando come sia possibile pensare, in primo luogo, che allenatori professionisti, che hanno in scuderia un folto numero di cavalli, siano in grado di spostarsi dal lunedì alla domenica al seguito dei loro pensionari, in secondo luogo mi domando chi pagherà i rispettivi costi delle trasferte quando a fronte di guadagni incerti presenteremo ai proprietari ingentissime spese di biglietti aerei, alberghi e ristoranti. Occorre, credo, che qualcuno risolva al più presto tale questione, evitando una volta per tutte, a noi allenatori di autocertificarci malati immaginari, sostegno unico di scuderie claudicanti in nostra assenza o magari autonominarci assistenti di sprovveduti veterinari, incapaci senza il nostro aiuto. Siamo semplicemente allenatori professonisti, oggi più poveri, piu itineranti, ma come diceva il grande Totò; non siamo ubiqui!
Paolo Paciello (allenatore pubblico, professionista itinerante) 

(FR) Paolo Paciello ha “pagato con un'ingiusta ammenda la decisione di non presentare scuse finte per la sua assenza di venerdì a Capannelle, dove il suo Bipogop ha vinto una condizionata da 4.250 euro. Nel galoppo di 30 anni fa, i cavalli allenatati a Milano correvano praticamente solo a San Siro, quelli di stanza a Roma solo a Capannelle e via di seguito. Ora ci si deve muovere da un capo all’altro dell'ltalia in cerca di occasioni e gli allenatori sono costretti ad adeguarsi. E' così praticamente in tutto il mondo Michael Stente non si presenta a sellare i suoi cavalli in un qualsiasi mercoledì di Salisbury, Andre Fabre non si sposta da Chantilly per due partenti di routine a Maisons Laffitte. Per questi adempimenti ci sono gli assistenti, i "garcon de voyage’, perfettamente responsabili, che permettono all'allenatore di stare concentrato sul lavoro di scuderia. Il più grande allenatore argentino, il leggendario “Maqo’ Yaiet, non è andato alle corse per più di 10 anni, lasciando ai ragazzi il compito di mettere la sella perchè il suo lavoro si esauriva con l'allenamento. E' una questione di utilizzo delle risorse umane, elementare in una qualsiasi impresa economica. Paciello è stato multato quando gli sarebbe bastato fingere una malattia: ha preferito aprire un caso e con ragione. Un regolamento che deve essere figlio del suo tempo e il nostro, in alcuni punti, è vecchio e induce alla bugia. Quasi una fotografia dell’italia.

 
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