Giudici galoppo in difesa
Questa associazione ritiene opportuno e doveroso far chiarezza, al fine di tutelare i suoi iscritti, con riferimento all’epìsodio che si è verficato a Siracusa il 18 gennaio 2007 e che ha coinvolto un Giud’ce d’arrivo. È apparso un articolo, pubblicato in data 20 gennaio 2007 in prima pagina su un giornale specializzato, Lo Sportsman, in cui sono contenute considerazioni e valutazioni che gettano discredito sull’operato del Giudice d’arrivo. Valutazioni e attribuzioni di responsabilità spettano solo all’Unire e sono normate, nel caso specifico dall'art. 197 del Regolamento delle corse che stabilisce la particolare procedura da seguire per la convalida dell’ordine d’arrivo in caso di fotografia. Nello stesso articolo, il Presidente dell’ippodromo di Siracusa, intervistato dal giornalista, rappresentava l’opportunita che le nomine dei Funzionari addetti al controllo disciplinare delle corse fossero indicate dalle stesse società di corse. Quest'assocazione ritiene che, qualora l’Unire volesse attuare, anche solo parzialmente, tale criterio, potrebbe essere inficiato quel principio di separazione tra le funzioni che svolgono le società di corse e coloro che sono proposti al loro controllo, i Funzionari e i Commissari. lnfatti, si ritiene che la separazione di competenze e dì compiti possa favorire la trasparenza sia nei criteri di nomina di Commissari e Funzionari sia nella tutela degli operatori ippici. L’amministrazione dell’Unire, unilateralmente, ha provveduto ad accorpare nelle nomine di febbraio alcune funzioni senza aver voluto un confronto con l’Ancfcg che è l’unica associazone degli addetti al controllo disciplinare delle corse al galoppo e che ne riunisce più del settanta per cento. L’Ancfcg, pur condividendo l’attuale situazione della crisi del settore, ritiene che prima di procedere a tagli indiscriminati, che potrebbero portare ad una scarsa trasparenza nello svolgimento delle corse oltre che ad un taglio delle funzoni svote da personale che grazie ad un’attività svolta in un arco di tempo che va da dieci a trenta anni ha raggiunto un’elevata professionalità sia indispensabile un confronto tra le parti. Pertanto si stigmatizza un atteggiamento di mancata concertazone, su criteri di nomina da poco emanati. Tale concertazione sicuramente porterebbe ad una costruzione di trasparenza ed economicità senza particolari tagli occupazionali. Si chiede, pertanto, al Commissario Governativo dell'‘Unire, Guido Melzi, di aprire subito un tavolo di confronto con la scrivente associazione. Il Presidente Stefano Cetra ed il Consiglio Direttivo Ancfcg (m.t. segue..) Per quanto afferma Cetra, invece, ribadiamo che non vi è nulla di personale contro il Giudice d’arrivo di turno a Siracusa. Ma allo stesso tempo che un giornale ha tutto il diritto, anzi il dovere, di evidenziare errori clamorosi che portano evidentemente danno a tutto il settore. E comunque ci limitiamo ai fatti più eclatanti: cosa direbbero i Giudici ippici se fossero sottoposti, corsa dopo corsa, alla pressione delle moviole calcistiche? Allo stesso tempo non ci sembra che l'Unire stia procedendo a “tagli indiscriminati" ma alla semplice ristrutturazione di un sistema che non funziona, nè che eventuali incarichi di supporto affidati a uomini “sul posto" possano portare a una ulteriore perdita di trasparenza delle nostre corse. Anzi, in certi casi può essere un fatto positivo. E sottolineamo ulteriore, perché negli ultimi anni il trend in questo senso non può essere considerato ascendente. L'utilizzo di un Commissario di supporto (quindi sottoposto al controllo della Giuria) o anche, estremizzando, di un giudice d’arrivo messo a disposizione dalla Società, non sembra configurare un grave danno per l’immagine del settore. Soprattutto in un settore nel quale la certezza della pena è pari a zero. Quella degli arbitri è una delle figure più importanti di qualsiasi settore sportivo e quindi a maggior ragione lo è anche per l’ippica. Ma il ruolo dell’arbitro (che tra l'altro comporta autorevolezza, innanzitutto, oltre a competenza ed esperienza nel campo specifico) deve essere ben definito, a partire dai criteri che regolano le nomine e le assegnazioni dei compiti, perché no, anche in funzione delle risorse a disposizione. Se si tratta di aprire un dibattito complessivo su come utilizzare al meglio i Giudici dell’ippica, siamo pienamente d’accordo: si crei subito un tavolo di confronto al quale possano partecipare anche tecnici, Società e Categorie. Perché oggi quello della giustizia sportiva, in pista e nell'iter successivo, è un problema vero, molto sentito anche dagli addetti al lavori; se invece si tratta di un’azione corporativa per salvaguardare privilegi acquisiti (magari anche utilizzando presunte motivazioni sociali dallo scarso fondamento), allora evidentemente si tratta di una strumentalizzazione, e come tale non può essere a favore dell’ippica, ma solo dl interessi personali o, ancora peggio, “politici”.
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