> il commento
di Sandro Cepparulo
La deriva dell’ippica fra date, ministri, segretari e silenzi
Per la nostra ippica ferita e ammalata c’era una data, l'1° febbraio, su cui costruire la speranza. Quella di iniziare un cammino di redenzione. Sono passati soltanto 7 giorni ma paiono 7 anni, tanto quel termine, allora ultimativo, appare lontano e marginale. Doveva essere il momento dell’addio sancito da una delibera del commissario Unire nominato tre mesi prima — a un segretario generale in carica da 1.590 giorni. Giorni passati fra inadeguatezze, ritardi, sinecure, interventi tecnici inesistenti, bilanci opinati dalla stessa Corte dei Conti e accollati a una comunità sempre più stanca, delusa e debole. Di quella data segnata in rosso sul calendario per tentare di ripartire non si parla neppure più. Nebbia, soltanto nebbia e silenzi. Da una parte un ministro che pare non accorgersi che l’emergenza è già fìnita ed è iniziata la deriva, dall’altra un commissario mandato in trincea senza neppure la divisa e ancora un segretario generale alimentato ancora oggi da una politica trasversale. In mezzo la gente dei cavalli costretta a guardare solo all’oggi ma che sa, che vede, che fa i conti. Amarissimi.
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