India, scommesse dell’altro mondo
MATTEO PIERELLI La passione per i cavalli è direttamente proporzionale alla crescita economica. L’India procede a passo spedito nel suo boom iniziato nel nuovo millennio e quest’anno, secondo alcune banche d’affari occidentali, potrebbe passare in testa alle classifiche mondiali per l’aumento del Pil, superando la Cina. Sebbene quella indiana sia una delle economie più protette dai dazi doganali, il merito è soprattutto del processo di modernizzazione del Paese, iniziato negli anni ‘90. E così anche le corse dei cavalli, esportate dagli inglesi durante la loro lunghissima dominazione (la costruzione del primo ippodromo fu quello di Calcutta nel 1865), piano piano trovarono la loro dimensione: prima attraverso una massiccia importazione di purosangue dal Regno Unito e dagli Usa, poi arrivando a creare un vero e proprio allevamento nazionale. Domenica scorsa il galoppo indiano ha vissuto la giornata più importante dell’anno. Più di 35.000 spettatori si sono accalcati sulle tribune dell’ippodromo Mahalakshmi di Mumbai (la ex Bombay) per assistere alla 65° edizione del Derby, la corsa più ricca del Paese con i suoi 9,8 milioni di rupie (circa 171.000 euro, di cui 100.000 al vincitore) di montepremi. Un’autentica marea umana ha preso d’assalto i botteghini dell’ippodromo dove, oltre al totalizzatore, sono presenti anche i bookmaker per le giocate a quota fissa. Da quando sono diventate legali (pochi anni) le scommesse sui cavalli stanno diventando una vera e propria mania. Il volume delle giocate si aggira addirittura sui duemila miliardi di rupie a stagione, pari a quasi 35 miliardi di euro, oltre 17 volte il totale del mercato italiano. Per la cronaca, il Derby (prova riservata ai 4 anni che si disputa la prima domenica di febbraio) è stato vinto da Diabolical che, con in sella il jockey irlandese Colm O’ Donoghue, ha coperto i 2400 metri del tracciato in erba in 2’30’27, battendo il favoritissimo (25/100 la sua quota) Southern Empire, considerato prima della corsa il miglior cavallo indiano di tutti i tempi. Non siamo ancora ai livelli di hockey su prato e cricket, ma l’ippica in India sta diventando uno degli sport più popolari e, da quando è stato tolto il divieto di accesso ai bambini, intere famiglie si riversano negli ippodromi, portando entusiasmo e genuinità. E’ proprio un altro mondo.
|