Difesa e attacco del team de Il Cadetto
Egregio direttore, scrivo in qualità di legale del Sig Luigi Colasanti, propretario del cavallo Il Cadetto, chiedendo che, ai sensi della vigente normativa in materia di stampa, sia pubblicata per integro la presente replica a quanto divulgato dal Sig. Salvatore Limata per il tramite Vostro commento firmato “RG” — sul numero del 25.01.2007, ci sia consentito di premettere come, evidentemente, il caso della cd. superperizia di “Unabomber” rivelatasi poi non attendible non abbia insegnato niente. Il dare per certo - come fa il Limata — un determinato esito (la positività al “doping” del cavallo Il Cadetto in occasione del Berardelli) in una vicenda sportiva e disciplinare che deve ancora esser attentamente valutata sia dal punto di vista procedurale che nel merito ovvero, rectus, deve aver ancora letteralmente inizio, costitusce un malcelato tentativo di pressione nei confronti della Procura e delle Commissioni di Disciplina dell’UNIRE da parte di soggetto, qual è il Limata, direttamente interessato all’esito del procedimento. Tanto è vero che, per come riportato dal Vostro quotidiano, la lettera del Limata pretende di asseverare l’esito delle controanalsi sottolinenado in maniera chiaramente suggestiva come “il fatto è certificato dal verbale sottoscritto anche da perito di parte”. Invero il consulente di fiducia del mio assistito, Dr.ssa Valeria Ottaviano, tossicologa dell'Università di Tor Vergata di Roma, non solo si è rifiutata di firmare il verbale redatto da tecnici di UNlRELAB ma ha anche debitamente contestato le modaltà di prelievo, metodo d’accertamento e analsi, nonché l'esito delle controanalisi stesse. E' evidente che sottolineare — come fa il Limata — unicamente la sottoscrizione del verbale da parte del proprio perito non è certo “divulgazione” neutrale ma opera di partegianeria. Converrà, Signor direttore, che un conto è riportare la notizia di un indagine in corso ed un'altra il dare per “scontato” un certo risultato (che guarda caso corrisponde al privato interesse di una delle parti prima ancora che sia elevata una contestazione. E un modus agendi lontano dalla mentalità del mio cliente che ribadisce piuttosto la sua fiducia negli organi di giustizia sportiva e, se necessario, ordinaria. Sotto altro profilo crediamo che chi di dovere dovrebbe dar contezza della indebita divulgazone a soggetti terzi di informazione concernenti le procedure di accertamento ed analisi poste in essere sui campioni di urina del cavallo Il Cadetto; parimenti riteniamo illegittima la divulgazione da parte del controinteressato Dr. Limata dell'esito di un esperimento — la cui validità è decisamente contestata da questa difesa e quindi da accertare — che costituisce “atto istruttorio” del tutto preliminare (e quind in teoria segreto) rispetto all ‘instaurazione di un procedimento disciplinare. Chi pagherà il danno cagionato al Sg. Luigi Colasanti (ed all'allenatore del cavallo Sig. Luigi Di Dio) qualora il presunto “doping” dovesse rivelarsi non tale? Pertanto, nel ribadire la totale estraneità del mio assistito a qualsiasi ipotesi di somministrazione di sostanze vietate, si fa sin d’ora riserva di esperire le opportune iniziatve giudiziarie per ottenere i ristoro del pregiudizio subito e subendo — anche relativamente all’immagine a cagione della palese violazione delle leggi poste a tutela della riservatezza. Avv. Maulmfllano Capuzi
Non entriamo nella diatriba fra il Tim de ll Cadetto e Salvatore Limata. Per noi Il Cadetto è sottoposto a un indagine ed è in attesa di giudizio e basta e sarà il procedimento disciplinare a stabilire se è punibile o no. Inoltre appena ricevuto il "dossier Limata" avevamo chesto un commento a uno dei membri del team. In temini generali ribadiamo che in tutti gli sport vengono comunicate i non negativi alle prime analisi e la positività o meno alle seconde, oltre naturalmente all'esito del procedimento disciplinare. E che nel 2006 si sono verificati tre eventi doping in tre delle più importanti corse del mondo (Amerique, Elitlopp e Arc de Triomphe) che sono stati prontamente comunicati dalle autorità ippiche francesi e svedesi senza che i protagonisti si siano lamentati per una presunta violazione della prlvacy, che sembra un fatto solo dell’ippica italiana.
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