Barbaro. Fine
Il calvario è durato otto mesi e alla fine Barbaro ha perso la sua battaglia. Ieri mattina, di fronte a nuove complicazioni, gli uomini del campione hanno detto basta, prendendo la decisione più sofferta. «Abbiamo raggiunto un punto in cui era ormai impossibile per Barbaro andare avanti senza soffrire troppo. Abbiamo preso la decisione giusta, era l‘unica cosa da fare. Abbiamo sempre detto che se ci fossimo trovati in una situazione troppo dura per lui avremmo deciso di chiudere» ha detto Roy Jackson, comproprietaro di Barbaro, che ieri mattina, insieme alla moglie Gretchen, hanno raggiunto il capo veterinario Dean Richardson a New Boiton Center, dove Barbaro era ricoverato dall’ormai lontano 20 maggio.
Quella del vincitore del Kentucky Derby, fratturato in maniera terribile nelle Preakness, è stata una delle storie dell’anno negli Stati Uniti. La storia di un cavallo  infortunato, che gli uomini hanno tentato in tutti i modi di salvare, anche di fronte alle continue complicazioni che si presentavano giorno dopo giorno. Prima fra tutte la brutta laminite al posteriore sinistro, ultimo ascesso che ha colpito il posteriore destro. «Vorrei ringraziare tutti per essere stati vicini a Barbaro negli ultimi otto mesi» il messaggio lanciato da Jackson a tutti i fans di Barbaro. E sono stati davvero in tanti a seguire giorno dopo giorno la storia, che ha coinvolto milioni di persone in un movimento che ha pochi precedenti nella stora dello sport. Per mesi il New Bofton Center è stato meta di un vero pellegrinaggio. Gente comune, giovani e vecchi che sono andati a trovare il campone ferito portando biglietti, fiori, regali e persino oggetti religiosi. Senza contare le migliaia di email spedite al sito dell’ospedale solo per Barbaro, «Non posso spiegare perché la gente sia stata così coinvolta dalla vicenda di un cavallo. Forse oggi il mondo è pieno di brutte notizie e la gente, che ama i cavalli, si è buttata con il cuore nella sua vicenda» ha detto Gretchen Johnson. Una conclusione che solo un mese fa sembrava scongiurata, visti i progressi di Barbaro. La frattura sembrava sistemata e anche la terribile laminte in dicembre appariva ormai sotto
controllo. Ma dopo mesi di lenti progressi, il 10 gennaio la laminite tornava prepotentemente costringendo i sanitari a un nuovo intervento.
Operazione ripetuta anche tre giorni più tardi e seguita da un nuovo intervento effettuato sabato. Inutilmente