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La Gazzetta dello Sport: Offshore divora l’Amérique (29.1.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 30/1/2007
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Offshore divora l’Amérique
Il nuovo astro francese fa pure il record in 112”. Malabar k.o., Bellei si consola con Iveri

DRIVER DI MALABAR
Enrico rassegnato «E’ calato presto»
PARIGI - (m. pie) Enrico Bellei ha appena concluso il suo «solito» Amerique: ottima Partenza, ma risultato scadente come nei tre tentativi recedenti. «Stavolta mi sono illuso di poter ottenere qualcosa di più - ha dello il driver toscano -. Malabar Circle era bello tonico, ma già al termine della salita non aveva più energie. Purtroppo in questa corsa non c’è un attimo di respiro e la tatica si ta sentire sempre troppo presto».

dal nostro inviato
MATTEO PIERELLI PARIGI
Aveva il numero 1, riservato al cavallo più povero e se non avesse vinto il Criterium Continental (davanti al nostro Fallero As) nella vigilia di Natale, non avrebbe potuto partecipare all’Amérique. Offshore Dream, malgrado il conto in banca, non era una grossa sorpresa, ma conquistare la classicissima a 5 anni è impresa molto ardua.
L’ultimo a riuscirci era stato Verdict Gédé nel 1992. Lo stesso Varenne nel
2000, (vinse General du Pommeau) non andò oltre il terzo posto. E invece il figlio di Reve d’Udon ha mandato in delirio i 35.000 della tribuna, pronti ad applaudire un nome storico del trotto francese, quello della famiglia Levesque. Pierre, il 46enne trainer e driver di Offshore Dream, è infatti nipote del geniale Henri Levesque, allevatore, allenatore, driver e proprietario (i suoi colori hanno primeggiato in ben 5 Amérique) legato soprattutto alla leggendaria Roquepine, vincitrice di tre classicissime consecutive dal 1966.
Pierre Leveque, grazie a Offshore Dream, ha colto il successo più importante della carriera, davanti a Kool du Caux (in Italia ha vinto il Premio Unire a San Siro lo scorso giugno) e Kazire de Guez alla stratosferica media di 1.12, che migliora di tre decimi il record del 2004 di Kesaco Phedo, stavolta quarto davanti a Jardy, mentre il nostro Malabar Circle As, ben partito ma già in difficoltà al termine della salita, non è andato oltre un deludente 13°.
Per Enrico Bellei l’ennesima delusione: in quattro partecipazioni il suo miglior risultato resta il settimo di Echò dei Veltri lo scorso anno. Ma il top-driver toscano ha avuto modo di rifarsi due ore dopo, grazie al successo di Iveri Lb, affidatogli dal «nemico» Pietro Gubellini (impossibilitato a raggiungere Parigi) nel Prix Leopold Verroken che ha visto anche il secondo posto dell’altro azzurro In Dix Huit, arresosi di misura. Per Bellei secondo successo della carriera sulla pista nera dopo quello del 2006 con Early Maker: «Vincere a Vincennes - ha detto - il giorno dell’Amérique, con le tribune stracolme, è una sensazione unica. Gubellini? Lo ringrazio e gli dico anche che ha fatto bene a stare a casa...Sono molto felice, ma prima o poi mi piacerebbe combinare qualcosa anche nell’Amérique».
Forse dall’anno prossimo sarà più facile: l’era di Jag de Bellouet (ieri ha sbagliato subito e il prosieguo della carriera ora è a rischio) e Kesaco Phedo è ormai finita e per Offshore Dream la missione più difficile sarà confermarsi.

 
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