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Lo Sportsman: Melzi, avanti sempre più deciso (18.1.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 18/1/2007
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Melzi, avanti sempre più deciso
Ieri nell’ambito della presentazione della ricerca di Anact e Nomisma sull’allevamento italiano del trotto

LUIGI MIGLIACCIO
L'occasione è stata fornita dalla presentazione della ricerca commissionata dall'Anact a Nomisma sull'Allevamento e il rilanco dell’ippica”, ma, complici gli accadimenti degli ultimi giorni, la presenza di Guido Melzi d’Eril nella sala dell’Hotel Bernini Bristol a Roma non poteva sfuggire alla stretta attualità. L'assenza del Ministro De Castro, trattenuto da altri impegni, ha fatto ricadere sul Commissario l’onere di tenere a bada una platea quanto meno sconcertata da una parte dalla valanga di numeri snocciolata dal dottor Pelucchi di Nomisma, dall‘altra dalle notizie abbastanza confuse rimbalzate nella giornata di martedì da via XX Settembre, sede del Dicastero dell'Economia, dopo l’incontro tra il Ministro e il Segretario Generale dell’Unire. Nella tarda serata di martedì addirittura un sito internet si era interrogato sulla possibilità di dimissioni da parte del Commissario, che invece è sceso in campo calzando l’elmetto e imbracciando un moschetto dal quale sono partiti colpi ben indirizzati.
«Quelli che sono appena trascorsi - ha esordito Melzi sono stati 5 anni bui caratterizzati da una sorta di oscurantismo fatto di poco dialogo, di trasferimenti di tecnici e di impoverimento dal punto di vista qualitativo dell’Ente. In questi 5 anni la politica non ha rafforzato il legame con la base dell’ippica, anzi ha agito in netta controtendenza. Mentre il Coni, ad esempio, ha portato un’atleta come la Di Centa alla vice-presidenza e tanti altri atleti alle varie Federazioni, all’Unire si è pensato solo all’occupazione allontanando la base. In altri termini noi ippici ci siamo fatti letteralmente cacciar fuori dall’Unire e ciò non deve ripetersi. Questo periodo ha segnato il trionfo della confusione in tutti i settori. Ora stiamo cercando faticosamente per gradi di risistemare le cose. Abbiamo iniziato da Unire Lab; a breve dovrebbe andare a posto anche la questione delle Commissioni di Disciplina, ma ovviamente sono molte le cose sulle quali intervenire e in fondo sono qui da appena un paio di mesi.
«Lo Stato ha proseguito Melzi - in questi anni ha fatto una brutta figura nei nostri confronti. Prendiamo la Rete di accettazione del gioco che negli anni 80/90 è stata messa in piedi con i soldi dell’ippica. Allora le nostre scommesse erano le uniche e una parte dei nostri proventi serviva a pagare proprio quella rete che, a scadenza della Concessione, avrebbe dovuto tornare di proprietà dell’Unire. Ciò non è accaduto e, anzi, quella stessa rete è servita a raccogliere altri prodotti spesso a noi concorrenziali. Nell’anno che si è appena concluso il mercato dei giochi ha prodotto 34 miliardi di euro, gran parte dei quali raccolti in quella rete, e di questi solo il 7%, poco meno di tre miliardi, riguarda le nostre scommesse. Lo Stato non può non tenerne conto, cosi come non può ignorare il nostro ruolo di vittime indifese nella questione dei minimi garantiti, un episodio che non fatico a definire di malcostume nazionale». Fin qui lo sguardo al passato che era inevitabile per rilanciare la strategia per il futuro già accennata in altre occasioni e ora ribadita in maniera ancor più decisa: «Il nostro futuro va giocato sullo sviluppo e dobbiamo partire dall’etica e dalle regole: sono entrambe da ripristinare, ma nel concreto dobbiamo rivedere anzi tutto lo Statuto che è stato fatto praticamente ad personam (chiaro il riferimento alla figura del Segretario Generale, ndr.) ed è sconosciuto a molti. Poi bisogna rivedere anche la legge 449, quella che ha riformato l’Unire, che cosi com’è ha dimostrato di non funzionare. Sul piano economico i tagli che abbiamo annunciato non sono politici, ma sono una necessità, un obbligo dettato dal bilancio. Ciò non toglie che, se le cose andranno meglio, non possano essere presto eliminati, ma per far questo bisogna anzi tutto rilanciare Quartè e Quintè con una formula diversa che renda possibili anche le vincite minori sullo stile francese o di altri gochi nostrani. Bisogna riformare tecnicamente le corse e principalmente la Tris; bisogna sfruttare l’opportunità dei nuovi corner ippici portando due campi di corse in chiaro su Sky e poi dobbiamo ridurre le spese interne all’Ente, ma migliorarne l'efficienza. Non dobbiamo commettere l’errore di pensare in piccolo, al particolare, dobbiamo pensare n grande. Superare le particolarità dete singole categorie. La priorità per tutti deve essere il montepremi al traguardo».
Non è mancata la stoccata: «Mi attendevo una maggior solidarietà dalle categorie dopo il ricorso al Tar di Snai che comunque non mi ha mai preoccupato». Ma l‘argomento che tutti i presenti attendevano sin dall’inizio arrivava in chiusura di intervento: «Non ho mai pensato alle dimissìoni, anche se forse sarebbero contente le mie rose e i miei nipoti. Non sono stupito del tempo concesso al Segretario Generale per presentare le contro-deduzioni alla mia delibera, nè penso ci sarà bisogno di reiterare la stessa. Le azioni che ho intrapreso in questo senso rientrano nella sfera delle mie competenze e sono frutto di scelte autonome, ma assolutamente condivise col Ministro, con il quale sto lavorando in totale sintonia. Quanto accaduto martedì scorso rientra nella prassi burocratica pressoché obbligata quando si parla di dirigenti di enti pubblici».
LA RICERCA Ricca di dati ed esaustiva la ricerca presentata da Nomisma che traccia un quadro completo del settore dell’allevamento di cavalli al trotto che conta circa 2.000 allevatori capaci di produrre 4.600 cavalli l’anno, occupando circa 4.000 dipendenti su 30.000 ettari di terreno e con un fatturato di 60 milioni di euro a fronte di investimenti negli ultimi 5 anni pari a 80 milioni. Una realtà che proprio per la particolarità di un settore merceologico che prevede ricavi a lungo termine (4 anni da quando si decide di partire ingravidando una fattrice a quando ragionevolmente si possono avere i primi introiti) necessita quind di programmi certi.

 
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