I TORDI , IL FALCHETTO E GLI IPPICI Profittando del bel tempo e della temperatura mite di questo dolce inverno napoletano, spesso, nelle prime ore del pomeriggio, ci ritroviamo nelle scuderie di Agnano a goderci il solicello tiepido. Ed assistiamo ad uno spettacolo meraviglioso. Nel cielo volteggiano migliaia e migliaia di tordi, sorta di uccelletti poco più piccoli dei passeri, che volano sempre in gruppo, addensandosi e diradandosi a formare meravigliose figure geometriche. Si alzano altissimi e poi precipitano verso terra, cambiando repentinamente formazione e direzione, con la caratteristica di restare sempre ben uniti, stretti l’uno all’altro, tanto da sembrare un unico corpo che cambia continuamente forma. Se si osservano con attenzione, si potrebbe avere l’impressione che le varie figure facciano parte di un cerimoniale con il quale comunicano, si scambiano notizie. E si vede bene che c’è sempre un uccello staccato dal gruppo che sembra dare gli ordini. Ma la realtà è ben diversa: ed è una realtà che proprio gli ippici dovrebbero prendere ad esempio per migliorare la loro condizione. Ci ha infatti spiegato un ornitologo, che innanzitutto l’uccello che vola fuori dal gruppo non è un tordo, bensì un falchetto, che di tordi è ghiotto: e che va a caccia per catturarne qualcuno. Ma gli uccelletti hanno imparato, molto meglio degli ippici, che finchè staranno uniti il falco non potrà far loro nulla di male: anzi, spesso passano al contrattacco e mettono in fuga l’aggressore, che è costretto a battere in ritirata ed a rinunziare al pranzo. Nell’ippica avviene purtroppo il contrario: i “tordi” si sparpagliano, e favoriscono i “falchi” che così si riempiono la pancia distruggendo tutto ciò che toccano. Chissà se in futuro, guardando i meravigliosi arabeschi che ricamano i tordi nel cielo, anche gli ippici non imparino la lezione? |