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Lo Sportsman: Somma: "Un vero piano industriale" (12.1.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 12/1/2007
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Somma: "Un vero piano industriale"

Antonio Somma non è Certo un personaggio nuovo nel panorama del trotto italiano. Nuova semmai è la sua iniziativa chiamata Progetto Bivans che ha portato il proprietario campano a diventare protagonista assoluto delle aste italiane 2006. E la raffica d’acquisti coincisa con l‘esplosione di Ilaria Jet, portacolori della Bivans leader assoluta dei 2 anni italiani grazie ai successi nel Gran Criterium e nell'‘Allevatori. Somma non è abituato a urlare, ma preferisce programmazione e progettualità. «Qualche tempo fa sono stato a una riunione delle Categone a Napoli. Tutti urlavano e protestavano, parlavano di scioperi e manifestazioni ma in quella occasione con ho sentito alcuna proposta. Da parte mia sono contrario a questo tipo di atteggiamenti che non reputo costruttivi. Preferisco analizzare la situazone e al limite pensare a quelli che possono essere i rimedi È evidente che ci si ritrova in un momento di grossa dificoltà economica e che da una parte sono necessari sacrifici e dall'altra la cosa più importante è confezionare un piano industriale per il rilancio del settore. Parlo da imprenditore che ha deciso di investire parecchio nell’ippica e che crede in questo mondo e nelle possibilità che può offrire»
Mancano soldi, questo è ormai acclarato, e una riduzione è ormai inevitabile .. «Certo, anche se devo dire che non sono d'accordo con la scelta di tagliare risorse alla fascia alta del settore. Così si rischia un contraccolpo pesante per l‘economia complessiva, perchè tagliando grandi premi e le relative iscrizioni ci sarà meno propensione a investire denaro e quindi si potrebbe innescare un calo ancor più generale dell'interesse. È ovvio che se cala l‘ippica italiana, le attenzioni degli investitori, e fra essi ci metto anche noi del Progetto Bivans, possono indirizzarsi verso la vicina Francia»
Dove però è più difficile vincere. «Ma questo non è un problema perché chi investe nei cavalli investe in un sogno e la competitività fa parte di esso così come è componente essenziale dello spettacolo, senza il quale non si crea interesse e non si migliora neanche il gioco. Quello che importa prima di tutto è la possibilità di avere una remunerazione per l’investimento. Per questo di
co che piuttosto di ridurre i grandi premi e tagliare le iscrizioni si potrebbe pensare di recuperare soldi in un altro modo, ovvero magari reintroducendo le iscrizioni nelle corse “ordinarie” per un ammontare di 5 euro a cavallo. Quelle sì che non dovrebbero essere redistribuite e comunque si avrebbe anche un riscontro positivo dal fatto che gli allenatori potrebbero ricominciare magari a programmare e si eviterebbero le migliaia di iscritti nelle singole corse».
Il problema è che in questo settore si cerca sempre dì tagliare agli altri, che anche una proposta che ha una logica come quella formulata da Walter Ferrero si scontra con la dura realtà di una protesta (in quel caso dei frequentatori delle matinee e degli allevatori). «La mia e un'dea, ma ci possono essere tante strade. Quello che non vedo ancora oggi -sottolinea Somma - è il piano industriale, quello che cifre e provvedimenti alla mano ci possa dare una prospettiva. Oggi il settore è lontano dal proporre un prodotto valido. Ci sono ippodromi che dovrebbero essere di sere A e che invece propongono corse di serie B con uno schiacciamento complessivo verso il basso. E poi non parliamo della trasparenza e del controllo delle corse. La certezza della pena non esiste e cosi non c è alcun deterrente per chi sbaglia. Ho evidenziato due aspetti che con i soldi non c'entrano ma che dovrebbero essere affrontati nell‘ottica di un programma di crescita». MT


 
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