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Lo Sportsman: Melzi: «Proposte per un progetto da condividere (10.1.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 11/1/2007
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Melzi: «Proposte
per un progetto da condividere»

Caro Enrico,
ho letto attentamente le tue considerazioni apparse sullo Sportsman e ho scelto di risponderti con una lettera aperta. Anche lo scorso anno sei stato il capolista dei driver italiani e da sempre sei un attento osservatore di quanto accade nella nostra ippca, grazie anche all' esperienza maturata correndo in quasi tutti gli ippodromi italiani e nei tuoi vaggi all'estero. Proprio per questo nel tuo intervento avrei voluto trovare, oltre che una critica, anche delle proposte concrete, delle idee su cui confrontarsi. Da mesi sostengo di non avere in mano una bacchetta magica e che la situazione attuale del nostro settore va risolta attraverso un progetto di sviluppo, un progetto che porti visibilità attraverso una proposta di qualità. Ecco proprio quel termine qualità che da tempo sento utilizzare da tutti, non ultimi i fratelli Guzzinati nella recente intervista. Ed è propro ascoltando e leggendo quello che voi persone rappresentative del settore state affermando che si è rafforzata la mia convinzione di’ portare avanti questo piano complessivo che però, evidentemente non è stato letto o capito fino in fondo.
La volontà di confezionare un prodotto mgliore e di venderlo ancora meglio sfruttando fino in fondo le opportunità attuali sono alla base del progetto. Oggi abbiamo di fronte una chance, quella offerta dai 9500 nuovi punti vendita dalla telematica, da una televisione che fino a oggi è stata sfruttata solo in maniera autoreferenziata e che invece è una grossa carta da giocare per arrivare a un pubblico più vasto. Ma per utilizzare al meglio queste risorse e non perdere un'altra occasione come è stato fatto nel 2000, bisogna avere la volontà di proporre qualcosa che sia diverso da quello che produciamo oggi, quindi corse più belle e piu remunerative, protagonisti di alto livello, ippodromi che siano teatri accoglienti per il pubblco e che forniscano struttre tecniche all’altezza.
Non si tratta di parole, ma di un progetto compessivo vero, per realizzare il quale ognuno deve essere disposto a dare il suo contributo. Nel mio libro dei sogni c'è un’ippica diversa con molte corse in meno e un montepremi decisamente supenore a quello attuale. Nella realtà dico che sfruttando al meglio quello che oggi ci viene proposto, nel medio termine si può tranquillamente arrivare a una crescita dei premi del 40%, Come? Utiizzando televisione, telematica e nuovi punti vendita per aumentare il volume delle scommesse, ristrutturando il Quinté e cambiando faccia alle Tris che oggi sono un prodotto dai risultati deludenti, riducendo drasticamente il numero delle corse e quindi degli enormi costi relativi. Ma per fare questo bisogna essere capaci di rimettersi in gioco e di rinunciare tutti a privilegi che devono essere cancellati. E d’intesa con Aams è necessario mettere in atto un forte programma di promozione del settore.
Oggi l‘ippica sta scontrandosi solo sui sacrflcì da fare in questo anno che va considerato di transizione e sta perdendo di vista l’obiettivo dello sviluppo, l’unico che può garantire la crescita. Si tratta di una politica di basso livello, di retroguardia, che porta solo a un lento ma inesorabile declino. A parole tutti sono disposti ad accettare riduzioni, ma tutti allo stesso tempo vogliono che vadano a colpire gli altri e appena scoprono di dover riunciare a qualcosa chiedono di cambiare obiettivo, ma allo stesso tempo senza formulare proposte concrete. I tagli effettuati sono frutto di scelte sofferte e entrano in quella che è una vera e propria Finanzaria che, come tale, ha bsogno di una copertura per qualsiasi modifica si intenda effettuare. Ma non si può pensare di essere "immuni” e di scaricare tutto sugli altri. D’altronde anche questo fatto fa parte di una mentalità tutta italiana, che anche il Ministro Padoa Schioppa ha ben evidenziato qualche giorno fa in un’intervista apparsa sul Corriere della Sera. Così come si tratta di un modo di fare tutto italiano quello di guardare solo al bello di ciò che accade all’estero. Puntualmente in questo periodo ascolto rifermenti alla Francia considerata il paradiso del trotto. Vorrei solo far notare che in questi giorni ho letto che il movinento di scommesse raccolte dai Pmu nel 2006 è stato di 8,1 miliardi di euro, in confronto a quali i nostri 3 miliardi circa sono un dato frazionario. Ma il montepremi complessivo francese del 2007 sarà di circa 350 milioni, contro i 221 dell'Italia; verifcate il rapporto e capirete subito che quanto ritorna in corsa da noi è molto superiore a quanto hanno i cugini francesi.
Da parte mia credo fino in fondo agli obiettivi ambiziosi che mi sono posto e vorrei che tutti, a cominciare proprio da Enrico Bellei, condividessero questa strada che in un tempo anche abbastanza breve può portare il settore a un livello ben diverso da quello attuale. Credo in un progetto complessivo e nella sua realizzazione e per questo vorrei che fosse proprio il progetto ad essere al centro di un confronto sereno e soprattutto costruttivo che una volta per tutte consenta di chiudere con il passato e con una mentalità che si è dimostrata solo perdente. E nell’ippca crede fermamente anche il Ministro Paolo De Castro che ha già dimostrato con i fatti di essere più che mai attento alle vicende del settore e che vuole dall’ippica un segnale di cambiamento. De Castro ha dato tutta la sua disponibilità a supportare e realizzare un progetto di sviluppo, un preciso impegno al quale deve corrispondere un impegno almeno pari da parte della gente del settore. Guido Melzi dEril

 
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