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La Gazzetta dello Sport: Barbaro vuole andare a casa (3.1.07)  
Autore: unagt
Pubblicato: 3/1/2007
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Barbaro vuole andare a casa
A 228 giorni dall’infortunio di Baltimora si pensa a dimettere il campione miracolato


MICHELE FERRANTE
Barbaro lo dice con i fatti, con i progressi quotidiani che fanno lievitare l’ottimismo. A 228 giorni dal dramma di Baltimora le parole «fuori pericolo» sono ancora tabù al New Bolton Center di Kennett Square (Pennsylvania), ma nello stesso tempo è scattato il progetto per assicurare un futuro al purosangue miracolato che vuole andare a casa.
27 VITI il 20 maggio 2006 l’ippodromo di Pimlico (Baltimora) è gremito. Sono quasi 120.000 mila e sperano in un altro capolavoro nelle Preakness Stakes, dopo quello di Churchill Downs nel Kentucky Derby. Significherebbe 2 prove della Triplice Corona su 3 e la speranza di diventare il dodicesimo eroe nelle Belmont Stakes di New York. Invece la corsa di Barbaro termina dopo pochi metri con l’anteriore destro sollevato per mitigare un dolore immane, provocato da una triplice frattura solitamente seguita dalla soppressione. Ma Barbaro è Barbaro e i suoi proprietari, Gretchen e RoyJackson, decidono di tentare il tutto per tutto. Quattro ore di intervento al costo di circa 100 mila dollari, al New Bolton il professor Dean Richardson applica 27 viti per assemblare le ossa devastate e incrocia le dita assieme agli Stati Uniti, che adottano lo sfortunato purosangue.
CRISI «Poche speranze»: la sentenza di Richardson è realistica, ma Barbaro decide di iniziare la corsa più difficile. In palio c’è la sopravvivenza e il cavallo si conferma campione, lottando contro ogni avversità, soprattutto contro l’effetto collaterale più temuto e pericoloso, la laminite che a metà luglio si insinua nel posteriore sinistro costretto a sopportare il peso rifiutato da quello destro fatto a pezzi. E’ un’infiammazione spesso letale per sfondamento dello zoccolo. Ne rimase vittima anche il grande Secretariat e il dottor Richardson quasi si arrende. Al contrario di Barbaro.
CORAGGIO Quasi l’80% del piede colpito da laminite viene asportato e sostituito da una protesi. Da allora la parabola è in costante ascesa, in questi giorni Barbaro passeggia quotidianamente senza problemi e la necessità di terreni soffici per le sue delicate estremità è stata seguita dall’ipotesi di una prossima dimissione dalla clinica, verso una nuova casa non ancon individuata. Quella quasi vecchia sarà per sempre grata al campione, che ha prestato il suo nome a un fondo benefico, già riempito da decine di migliaia di dollari. Finanzierà gli interventi impossibili per i cavalli sfortunati come Barbaro che non si chiamano Barbaro.

 
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