Varennini gemelli, anche Libero correrà Nati con embryo transfer da due madri «prestate»: un ricorso al Tar colma il vuoto legislativo che ne escludeva uno
MICHELE FERRANTE Libero anche di fatto, d’altronde la scelta del nome non è stata casuale. Quella dei varennini gemelli nati da «madri» diverse era già una favola, un evento praticamente unico nel mondo delle corse. Ma il finale, che ha preso corpo in questi giorni, la rende più preziosa e consente ad entrambi gli eredi del cavallo bionico l’accesso alle competizioni, correggendo lo status precedente che invece ne tagliava fuori uno. Libero, appunto. La sorellina Luce era invece in regola dopo la scelta del cinquantaseienne Antonio Garitto, l’allevatore e proprietario della coppia costretto in un primo tempo a scartare uno dei puledri in base a un regolamento ritenuto non adeguato a quel caso senza precedenti. E che caso. Giugno 2004, allevamento del Grifone a Vigone (Torino). E’ la casa di Varenne e di molte future mamme dei suoi eredi. Special Caf è gravida ma ha problemi nel condurre in porto la missione e la dottoressa Giovanna Romano decide il trasferimento dell’embrione nel grembo di una fattrice ricevente che chiuderà la partita. Embryo transfer, appunto. Ma stavolta gli embrioni sono due. Gemelli eterozigoti, non identici. Normalmente se ne elimina uno, troppo rischioso il parto gemellare per una madre. Invece l’embryo transfer consente il salvataggio di entrambi e nel maggio 2005 (il 15 e il 19) Libero e Luce nascono regolarmente dalle riceventi Dalla Tur ed Egizia Dl, ma subito si scontrano contro la norma che prevede ogni anno l’ammissione alle corse di un solo figlio per fattrice nato con embryo transfer. Giusto così, per evitare la creazione di falsi gemelli, facendo ovulare più volte una mamma e trasferendo gli embrioni in più riceventi. Ma questo è un altro caso e Antonio Garitto non si arrende: «I gemelli nati dalla madre naturale vengono iscritti al registro dei trottatori e non capivo perché ciò non potesse accadere anche per i miei. Il principio non cambiava ed eravamo in grado di dimostrare che si trattava di gemelli naturali. Tra l’altro Special Caf è morta di colica durante la gravidanza successiva». Caso unico, un vuoto legislativo nel quale si è tuffato a pesce Renato Magaldi, già avvocato di Enzo Giordano e curatore delle pratiche riguardanti Varenne: «Ci siamo rivolti al Tar del Lazio — racconta Magaldi — e l’abbiamo spuntata malgrado l’inspiegabile opposizione dell’Unire che pretendeva di trattare due gemelli naturali come artificiali». Luce e Libero in pista nel 2007. La femmina studia a Napoli, nella scuderia di Giuseppe Maisto: «E già stata domata — rivela il driver — e da qualche settimana viene attaccata al sulky. Bella puledra con testa buona, la strada è lunga ma le premesse non mancano». Il cervello. Punto di forza di papà Varenne e forse anche dei suoi figli. Libero è al lavoro da pochi giorni a Gorganza (Reggio Emilia) agli ordini di Tiberio Cecere: «Somiglia al padre, speriamo lo ricordi anche in corsa. Siamo appena partiti con la doma, ne riparliamo l’anno prossimo».
|