Molteni, la lunga corsa è finita
SANDRO CEPPARULO Anche il mio angelo «custode è invecchiato e questa volta si è distratto». Giuseppe Molteni da Varese cerca l’approccio soffice e ironico ma dentro gli piange il cuore. A 77 anni, compiuti a ottobre, e dopo 60 in sella ha deciso di chiudere la più lunga e felice avventura del galoppo mondiale per un cavaliere dilettante. Un gentlemen rider, come si dice. Lui, l’unico capace di superare l’Everest dei 1000 successi in carriera, stavolta è costretto a dire basta, ad arrendersi all’evidenza delle cose. E «le cose» sono 4 costole fratturate dopo la caduta di lunedì 11 a Varese per la rottura dello staffile destro quando la corsa del suo Doctor Roby era già finita con un modesto 6° posto. Poi l’ambulanza, l’ospedale, quel viso sbiancato, impotente e stupito. CERCAVA UN SUCCESSO Non vince da 128 giorni quando alle Bettole centrò con Guido Luigi la seconda delle 2 vittorie stagionali. «Avrei voluto finire con un successo, magari due. Ho i cavalli scarichi di peso e ci poteva stare un buon finale di annata. Ma si sa che nella vita non tutto va come vorresti. Ora, a 77 anni, pensare di guarire, ritrovare la forma fisica per stare in sella come sempre e ricominciare non è plausibile. Io in tanti anni ho perso e vinto, ho riso e pianto, ma non ho mai fatto pena e solo l’idea che qualcuno potrebbe ridere di me mi tiene lontano dalla tentazione di non lasciare il campo». INDIMENTICABILI Giuseppe Molteni da Varese finisce la sua straordinaria cavalcata a 1.013 successi: 13 in più di quelli ottenuti il 18 agosto 2004 a Varese in una notte di rapimento per un intero ippodromo. Chiude inarrivabile per chiunque. «E’ stato tutto molto bello. Anche quest’ultima parte di carriera. Ho avuto ma anche dato. Mi sono speso e mi è stata offerta in cambio una bella avventura. Certo ci sono due corse che non dimenticherò mai: la prima vittoria in sella a Ubbediente il 4 ottobre del 1947, proprio il giorno che compivo 18 anni, e quella con il mio grande Lucchesi il 31 dicembre del 1983 a Capannelle, un successo che mi consentì di centrare in volata il mio 3° scudetto dei gentlemen». RESTA PROPRIETARIO Fa i conti. Sa che il tempo gli è corso via sotto la sella e il gioco è finito. «Mi spiace sia stata la sorte a decidere per me ma penso anche che senza questo incidente sarebbe stato più difficile dire basta. Io senza cavalli e senza ippodromo non ci so stare. Così ho pensato che se non rinnoverò più la patente da gentleman mi terrò i colori, resterò proprietario a tutti gli effetti. E 60 anni di scuderia non so chi in Italia li abbia. Cambierò i cavalli, ma fuori dalle piste non ci resto».
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