Banca Dati / Numeri
Banca dati prestazioni
 
Accedi
Nome utente:
Password:
Password dimenticata?
Non ancora registrato?
 
La Gazzetta dello Sport: Pbar Lap avvelenato (25.10.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 25/10/2006
Letto 952 volte
Dimensioni 3.57 KB
Versione stampabile Segnala ad un amico
 

Pbar Lap avvelenato. Il delitto perfetto svelato dopo 74 anni
Prima dell’esordio americano il «Ribot d’Australia» fu ucciso con l’arsenico dalla malavita che temeva la bancarotta con le sconunesse clandestine

MATTEO PIERELLI
La sua morte, avvenuta il 15 aprile del 1932 a Menio Park, in California, è sempre stata avvolta dal mistero, anche se nel 2000 un gruppo di esperti stabili che Phar Lap, il cavallo australiano più famoso di sempre e vera icona degli anni ‘30, morì a causa di un virus gastrointestinale.
AVVELENATO La motivazione non ha mai convinto e ora si viene a sapere che il campione che fece sognare una Nazione, negli anni della depressione economica, venne avvelenato con una dose letale di arsenico, somministratagli circa 35 ore prima della sua corsa di esordio negli Stati Uniti. Lo ha stabilito una commissione scientifica australiana, che ha esaminato il pelo del campione, la cui pelle imbalsamata è il fiore all’occhiello del Melbourne Museum. «Abbiamo rinvenuto tracce di arsenico talmente alte che non lasciano dubbi: Phar Lap è stato avvelenato» ha detto il Dottor Ivan Kempson, il capo-équipe degli scienziati che hanno condotto gli esami.
PISTA MAFIOSA Ma perché il «Ribot d’Australia» è stato ucciso? Già una volta, nel 1930, poco prima della sua vittoria nella Melbourne Cup, qualcuno ci aveva provato, sparandogli un colpo difficile, ma il bersaglio non venne colpito. Quasi certamente erano stati i bookmaker clandestini australiani, che avrebbero dovuto pagare (come in effetti accadde) ingenti quantità di denaro.
In America, però, la mafia era ben più «organizzata» e gli allibratori assoldarono alcuni gangster professionisti per far fuori quel cavallo che con la sua scontata vittoria li avrebbe costretti a perdite insostenibili. Lo avvelenarono e riuscirono anche a far scomparire le prove. Un delitto perfetto, che gettò nel dramma tutta l’Australia.             EROE NAZIONALE Phar Lap in Patria era una sorta di eroe nazionale. Era nato in Nuova Zelanda, a Timaru, nell’isola del Sud, nel 1927, ma a due anni venne acquistato da un australiano (David Davis) e un australiano, l’allenatore Harry Telford, lo trasformò in una stella ancora oggi irraggiungibile per carriera e soprattutto popolarità. All’inizio degli anni ‘30 conquistò praticamente tutto, dalla Melbourne Cup (la corsa più importante dell’emisfero australe) al Victoria Derby costringendo i bookmaker a non accettare più scommesse sulle sue vittorie. Poi il campione tentò l’avventura americana. Esordì Oltreoceano in un Handicap ad Agua Caliente, in Messico, e stabili il record della pista Tutto era pronto per la corsa in California che lo avrebbe dovuto consacrare anche negli Usa, ma quella corsa Phar Lap non l’avrebbe mai disputata e chiuse la carriera con 37 vittorie in 51 uscite.
CONTENZIOSO Ma anche da morto Phar Lap non ha avuto pace. Dopo il suo decesso si accese una contesa tra Nuova Zelanda e Australia sulla nazionalità del cavallo, risolta con un curioso compromesso: lo scheletro fu inviato in Nuova Zelanda, la pelle imbalsamata è invece nel Melbourne Museum dal 2000, dopo essere stata per 77 anni nel Victoria Museum della stessa città. Il cuore è invece conservato a Canberra, mentre la sella utilizzata nell’ultima corsa della carriera è l’oggetto più ammirato del nuovo Museo Ippico di Melbourne.

 
Torna alla categoria | Torna all'indice principale
 www.ctech.it : Computer's Technology Srl © 2013 info@ctech.it 
&