Il Cadetto con i gradi Costò solo 7 mila sterline ed ha volato anche senza Dettori
SANDRO CEPPARULO L'ultimo puledro a vincere il Berardelli per più di 3 lunghezze — il distacco che sancisce una intera categoria di differenza dai rivali — fu Wootton Rivers nell’ormai lontano 1992. Domenica è arrivato Il Cadetto a surclassare la compagnia con quasi 6 lunghezze, con un’azione ancora elastica e redditizia nel finale e con una storia tutta da raccontare. Quella dei suoi 3 allenatori, quella della sua scelta, quella di un giorno d’agosto in cui fece capire di essere un puledro di grandi speranze. I SUOI UOMINI Lo allena Luigi Di Dio, assieme al padre Antonio e al fratello Giuseppe. Un sodalizio da 2O cavalli in scuderia e qualche giornata da ricordare: i due posti d’onore di Karen Sweet nel Perrone e nel Crespi del 2003 e il terzo nel Derby del 2005 con Jane’s Park a neppure una lunghezza da De Sica. Luigi Di Dio con i purosangue ha passato in pratica tutti i suoi 34 anni: diplomatosi perito agrario, ha scelto la scuderia e 4 anni orsono è diventato allenatore a tutti gli effetti. LA SCELTA E attacca: «Il Cadetto è di 4 soci che l’hanno acquistato foal alle aste Tattersalls di 2 anni fa. Credo spesero 6 o 7 mila sterline. Mi chiesero di scegliere fra lui e un’altro puledro e io presi questo perché aveva la ‘faccia’ del cavallo da corsa, anche se fisicamente non strappava il cuore. Quando cominciammo a conoscerci meglio dimostrò di avere carattere. Insomma un tipo un po’ difficile. Però nell’agosto dell’anno scorso, quando fu possibile riallenarsi sull’erba, fece un lavoro con Mister Salse, che è un discreto cavallo in età, e lo lasciò sul posto. Da quel giorno fu fatale pensare che era un cavallo consistente». NIENTE DETTORI Quell’impressione di grande brillantezza fu confermata a metà settembre all’esordio quando il figlio di Zieten lasciò a 5 lunghezze il primo dei suoi rivali. Fermi tutti. «Pensammo — racconta Luigi Di Dio — che l’appuntamento della stagione per lui dovesse essere il Berardelli e non ci siamo sbagliati. Ho chiesto la monta di Lanfranco Dettori, con il quale avevamo vinto una supertris a Siracusa, e fino a mercoledì sera sembrava fatta. Poi giovedì è arrivato il no perché era già impegnato con Rob’s Love». SOGNO DERBY E Rob’s Love è stato proprio il rivale che si è preso quasi 6 lunghezze da Il Cadetto. Luigi Di Dio sospira «Nella vista certe cose vanno così. A David Bonilla, che l’ha montato con sicurezza, abbiamo solo chiesto di assecondarlo sempre, di lasciarlo galoppare e poi di andare per la sua corsia. L’ha fatto con grande professionalità e lo ringraziamo. Ora Il Cadetto va a riposo qui a Capannelle e ci potremo permettere un inverno pensando al Derby. I sogni non costano niente. A proposito non so perché l’hanno chiamato Il Cadetto, ma ci è voluta una riunione al ristorante fra i quattro soci per decidere il nome».
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