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Le Voci del Trotto: Melzi D'Eril, che patata bollente!!!!  
Autore: unagt
Pubblicato: 20/10/2006
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MELZI D’ERIL, CHE PATATA BOLLENTE!

   Finalmente la nomina di Melzi d’Eril è ufficiale. Non invidiamo il neo commissario al quale è passata la patata più che bollente di un’ippica alla canna dell’ossigeno. Il compito che lo attende farebbe tremare le vene ed i polsi a chiunque: se Melzi lo ha accettato, dobbiamo pensare che ha in mente l’antidoto che eviti la chiusura per fallimento. Allora proviamo ad ipotizzare quali potrebbero essere gli interventi urgenti. La premessa è che si liberi immediatamente del segretario, responsabile dello sfascio: purtroppo il contratto che lo lega all’UNIRE è stato blindato in maniera tale che mandarlo via costerà molto, ma al punto in cui siamo non bisogna badare a spese. I danni che potrebbe continuare a causare sono superiori a qualsiasi liquidazione, stante i poteri attribuiti al segretario dal nuovo statuto. Poi deve essere fronteggiata la mancanza di liquidità dell’UNIRE, con coraggio: tutti debbono essere pronti a fare ulteriori sacrifici, ma una cosa è farli “a fondo perduto” , altro di fronte ad un progetto condiviso.

   Coraggio. E’ la parola d’ordine che deve caratterizzare il prossimo periodo. Non bisogna dimenticare che l’incarico di Melzi è di soli sei mesi, ed allora i provvedimenti debbono essere immediati, senza dilazioni. La nota positiva è che abbiamo toccato il fondo, e peggio di così non si può. Allora nessuna titubanza.

    Principio informativo è che bisogna lavorare “per l’ippica” e non per i singoli interessi. Che, alla lunga, a ben pensarci, significa difendere anche gli interessi dei singoli facenti parte delle categorie.

    Cominciamo con le Tris, perché rappresentano una entrata importante e decisiva. Debbono essere di nuovo un “evento”, non corse di routine. Rivitarizzarle significa tagliare senza pietà quelle del mattino. Poi evitare che quinté. quarté e tris vengano raggruppate in una stessa corsa. Il giocatore che ha in programma di giocarsi 10 euro, finisce con il suddividerle, ed alla fine non c’è incremento del montepremi. Un programma provvisorio, con un quinté settimanale, due quarté e quattro Tris potrebbe costituire un primo passo verso una definitiva organizzazione degli eventi. Ma nulla deve essere affidato al caso. Lo sciagurato sorteggio deve sparire, e questi eventi debbono essere affidati ad una equipe di esperti programmatori, in grado di organizzare inviti di qualità ed equilibrati e quindi incerti. Specie per il quinté, un paio di volte senza vincitori porterebbe un montepremi per chi scommette appetitoso come un Superenalotto, e più facile da giocare. Ben propagandato, porterebbe nelle casse UNIRE soldi per recuperare i passivi.

      Recuperare dai debitori, ma con immediatezza, attingendo, ove possibile, alle fideiussioni. O costringendo i debitori a pagare o chiudere.

      Recuperare la qualità. Occorre coraggio a riequilibrare il montepremi tagliando gli sprechi per i puledri. Ridimensionare le miriadi di premi sostanziosi per quelli venduti alle aste, dove possono correre anche i brocchetti, le poules regionali, idem come sopra, corse insomma fatte solo in funzione del mercato dei puledri che non danno nulla all’ippica e sono spessissimo solo passività per le casse.  Non solo: ma costringono a spremere prematuramente le giovani speranze, con il rischio di bruciarle verdi, venendo meno al principio informativo dell’UNIRE, che è quello dell’incremento della razza.

     Ridistribuire il calendario delle corse su scala nazionale, tenendo conto delle realtà locali, premiando quegli ippodromi che investono effettivamente le risorse distribuite dagli Enti, e tenendo conto anche della resa in termini di gioco.

     Tagliare le collaborazioni inutili (almeno il 98%), riportare la professionalità nelle Giurie, eliminando quegli elementi che, non avendo nessuna dimestichezza con l’ippica, fanno solo tappezzeria.

     Questa l’urgenza. Ci sono poi da impostare gli interventi futuri, le basi su cui poggiare un ippica come nei paesi di maggior tradizione.

     Riguardare le licenze di guida, ad esempio, ripercorrendo il curriculum degli allenatori e dei guidatori, istituendo una sorta di graduatoria in base alla quale possano accedere agli ippodromi di prima categoria soltanto quei guidatori i cui parametri di carriera raggiungano livelli prestabiliti.

     Istituire una “seria” polizia delle corse, fatta da esperti in grado di capire se una corsa si è svolta con regolarità, e con i poteri di sospendere le licenze ai sospetti fino al termine delle inchieste, che debbono però essere rapidissime.

     C’è poi il bubbone della TV. Qualcuno deve capire che il mezzo televisivo è cronaca, immediatezza, diretta. I mezzi busto che si parlano addosso e che si sbrodolano perché appaiono sullo schermo assieme ai veri protagonisti dell’ippica, rappresentano un fastidio per l’utente, che vuole vedere le corse, ed in diretta, e per questo si abbona a Skay. Allora il palinsesto va affidato a giornalisti che abbiano dimestichezza con il mezzo televisivo. La diretta deve avere precedenza su tutto. Non esiste far vedere cavalli che sgambano o che passeggiano quando nello stesso momento è in atto una corsa, che deve avere precedenza assoluta. Le repliche serali debbono essere fatte in maniera da dare il riepilogo di tutte le corse, rispettando gli orari in modo che chi vuole vedere una piazza in particolare, possa sapere a che ora deve accendere il televisore. I servizi vanno programmati in orari diversi. Per far ciò occorre una redazione competente ed una regia all’altezza.

    Ci rendiamo conto che non basteranno i sei mesi concessi a Melzi d’Eril per fare quanto chiede l’ippica pulita. Ma se il commissario dimostrerà almeno di aver la volontà (ed il potere, aggiungiamo noi…) di muoversi in questo senso, potrebbe aspirare alla carica definitiva di Presidente. Purtroppo, ma questa è l’Italia, non dipenderà solo da lui…

 
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