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La Gazzetta dello Sport: Accuse a Croce «Una gestione non trasparente» (18.10.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 19/10/2006
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Accuse a Croce «Una gestione non trasparente»
Cinque comitati regionali chiedono una nuova assemblea elettiva «Disattesi i programmi di base»

SANDRO CEPPARULO
Attacco al vertice Fise, ovvero al presidente Cesare Croce in carica da due mandati e mezzo, ben 10 anni. Lo sta portando una buona parte della base dell’equitazione con in testa i comitati regionali di Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia e Toscana, quest’ultima con alcuni distinguo chiariti dal presidente Adolfo Paul Gross. Per essere brevi il 60-70% dei nostri sport equestri. Dieci giorni orsono i 5 comitati hanno presentato in consulta un documento di critica profonda nei confronti della politica di Croce e a poco è servito un successivo incontro fra lo stesso presidente e i dissidenti per «raffreddare» la rivolta, anche se dalle stanze della Fise è uscito un comunicato suadente che lasciava intendere come se non proprio verso un accordo si andasse verso una pacifica verifica della situazione.
MALCONTENTO Uberto Lupinetti, 54 anni, campione italiano di salto ostacoli nel 1978 a Punta Ala e cinquantina di coppe delle Nazioni disputate, è da 10 stagioni a capo della Lombardia equestre e non ci sta. «C’è — attacca con calma — un malcontento molto diffuso verso la gestione Croce che noi vogliamo sintetizzare. Tasse gare alte, regolamenti troppo complessi, tecnici che hanno scarsissima autonomia, risultati decisamente mediocri. E poi uno scollamento preoccupante fra la base e il vertice che si riassume in una mancanza di trasparenza fra federazione e comitati regionali. E’ stato disatteso il programma che fu alla base dell’elezione».
TORNARE A VOTARE La cura per tutto questo è, secondo i dissidenti, tornare in assemblea a votare. «Se sarà rieletto Croce — dice Lupinetti — lo accetteremo. Altrimenti volteremo pagina. In ogni caso ci saremo confrontati sul terreno del voto e avremo una fotografia vera e reale di quanto vuole la nostra equitazione. Io credo sia una strada che deve essere percorsa».
LA REPLICA Da parte sua Cesare Croce, ingegnere, 59 anni, si difende e porta anche un contrattacco: «Certo esistono situazioni che vanno migliorate ed è stato raggiunto un accordo per riallineare il programma se mai fosse andato fuori controllo. Io sto subendo è un attacco di tipo politico e basta. Parlano di risultati scadenti? E’ vero che veniamo da un mondiale avarissimo di soddisfazioni (una sola medaglia, il bronzo a squadre nel reining ndr), ma vediamo che anche altre nazioni di primo livello come la Francia hanno deluso. E poi noi scontiamo la annosa carenza di cavalli competitivi. Non certo di cavalieri validi. In realtà occorre guardare anche al livello giovanile dove abbiamo centrato 5 medaglie europee con in testa l’oro di Valentina Truppa nel dressage under 21».
SVILUPPO Cesare Croce sospira. «Si è lavorato sulla base, sul futuro. Siamo una federazione in pieno sviluppo che dal 2001 al 2005 ha portato da 70 a 140 mila gli iscritti. In consiglio godo di un’ampia maggioranza. Credo sia inutile andare a nuove elezioni. Ciò sarebbe legittimo solo se il 51% delle associazioni affiliate le richiedesse con un documento». Ma l’equitazione d’Italia resta infuocata.

 
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