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Le Voci del Trotto: Quando la realtà supera la fantasia (18.10.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 18/10/2006
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QUANDO LA REALTA’ SUPERA LA FANTASIA

           

Fantascienza. Se quanto leggiamo sui Tg. Comitato, che giornalmente ci giungono via Internet, risponde al vero, non diversamente si può definire quanto è accaduto e continua ad accadere nella gestione dell’UNIRE “curata” dall’attuale segretario generale. Quello che resta oscuro ai nostri occhi di lettori, è che cose così gravi, così palesemente perseguibili penalmente, non siano state ancora oggetto di denunce da parte dei singoli danneggiati o delle organizzazioni di categorie, o di interventi d’ufficio della Magistratura. E ci spieghiamo meglio.

            Le analisi in base alle quali viene accertata la presenza nel sangue e nelle urine dei cavalli di sostanze proibite da qualche anno sono state affidate ad un laboratorio sorto ad hoc (e già sarebbe interessante sapere a chi fa capo), mentre fino ad una certa data facevano capo ad altra struttura. Ora la commissione di inchiesta nominata dal ministro De Castro ha accertato:

1)                  alcune analisi, in particolare quelle relative al TCO2, che costavano €. 22,72 presso la precedente struttura, costano ora all’UNIRE €. 222 (!). E tutti gli altri costi sono comunque sovrastimati. Se tanto mi dà tanto, qualcuno ci marcia…

2)                  Il laboratorio UNIRE Lab non possiede, come sarebbe d’obbligo, l’accreditamento come laboratorio antidoping e non risponde ai requisiti regolati dalla norma UNI ISO IEC 17025. Quindi i risultati non fanno testo.

3)                  Il segretario generale dell’UNIRE, al quale spettava il compito, non ha esercitato nessun controllo sull’attività del Laboratorio Unire Lab, ma si è preoccupato solo nella verifica dei bilanci: in parole povere ha vigilato solo sui pagamenti puntuali delle analisi.

4)                  Il sistema di prelievo e di trasporto dei campioni, quest’ultimo affidato a ditta privata, non ha subito nessun controllo. Per di più i tempi delle analisi sono talmente lunghi che è legittimo il dubbio (ventilato dalla commissione) che i campioni siano deteriorati per cattiva conservazione o comunque dalla lunga giacenza che ne altera i componenti.

E’ evidente la gravità della cosa. Chi è stato condannato a seguito di risultati così palesemente inaffidabili non sarà certo contento, e potrebbe seriamente contestare i provvedimenti subiti. Chi deve ancora essere giudicato potrà impugnare comunque la credibilità dei risultati. Ma soprattutto quanto sopra deve destare l’attenzione delle categorie che dovrebbero, a nostro avviso, fare dei passi “ufficiali” presentando esposti alla Procura per sapere se ci sono gli estremi per una denuncia di tale originale sistema di gestione. In sostanza, di fronte a fatti così gravi ed “incredibili” non ci si può limitare a chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, ma cercare di inchiodare tutti alle proprie responsabilità. Ancora di più oggi che il segretario generale avanza pretese di rispetto del suo onerosissimo contratto per poter levare il disturbo.

 
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