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Prima pagina: Assogaloppo: Lettera aperta al Direttore de "Lo Sportsman"  
Autore: unagt
Pubblicato: 6/10/2006
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Lettera aperta al Direttore de “Lo Sportsman”

 

 

Egregio direttore,

 

La disturberò solo per pochi minuti, se avrà la bontà di leggere queste mie riflessioni scritte in qualità di ippico oltre che di presidente di Assogaloppo, associazione che Lei ben conosce (ed altrettanto ben finge di non conoscere), perché ancora una volta martedì scorso è riuscito ad impressionarmi con il Suo editoriale intitolato "Cancellata la rete delle ricevitorie?". In quell'articolo Lei debutta esprimendo preoccupazione per il futuro dell'ippica italiano Già questa esternazione desta perplessità: probabilmente deve essere una persona particolarmente distratta, poiché quello che Lei definisce "futuro" è tristemente, pesantemente, se non drammaticamente "presente". Avremmo potuto considerarlo futuro(e futuro da evitare) quando, qualche anno fa, si iniziò ad abbonare agli assuntori di scommesse soldi essenziali per la sopravvivenza dell'ippica; o quando i bilanci preventivi dell'U.N.I.R.E. ipotizzavano un rilancio basato sulle matinèe o sulla moltiplicazione delle Tris Nazionali, che da evento accattivante per il grande pubblico divenivano squallida routine. Ed ancora quando 1'UNIRE. veniva "invasa" da direttori e funzionari totalmente incompetenti che, nominati dall'ancora attuale Segretario Generale, andavano a sostituire ed a mortificare professionalità decennali. Questo ed altro ancora rappresentava un futuro da evitare, aut Lei ed il Suo giornale non scriveste nulla o quasi e riservaste sempre e comunque spazio alle associazioni di categoria che appoggiavano ed anzi enfatizzavano questa condotta. L a lettera indirizzata all'On. De Castro e firmata dai presidenti di ANAP, UNAG,, UNPCPS, UIF  e ANF, ne è testimonianza recente.

 

Lei, egregio signor Colombo, oggi è preoccupato perché sarebbero a rischio migliaia di ricevitorie, e devo dire che il Suo articolo è ricco di dati, frutto del Suo sicuro approfondimento in merito alla situazione delle "Agenzie". Forse sarebbe opportuna la stessa attenta analisi per l'intero comparto ippico e la crisi epocale che sta nel presente vivendo, se non altro per far tacere coloro i quali ritengono, oggi più che mai, Lei ed il Suo giornale dalla parte degli assuntori.

E ancora una volta bacchetta le categorie definendole litigiose e dedite a difendere piccoli e personali interessi. Ma conte Lei ben sa, non tutti si sono curati solo del proprio "orticello”. C'è chi si è battuto e si batte oggi più che mai perché l'ippica con la "I" maiuscola torni al ruolo che le spetta di diritto. Ma questa dura battaglia è stata condotta senza il pur legittimo sostegno del Suo giornale, che sembrerebbe quasi, dalle righe del Suo editoriale, invitare tutti ad una grande manifestazione di piazza a difesa degli assuntori di scommessa: quegli stessi organismi che, curando pur legittimamente i propri interessi, hanno fatto del nostro mondo uno "scommettificio" privo di pubblico pagante e di appassionati per poi dirottarne le risorse umane (scommettitori) su altri giochi più remunerativi  per il "banco”.

 

Mi perdoni se definisco grottesco tutto questo ed inopportuno il Suo levare gli scudi solo ed esclusivamente a favore dell'unico comparto che dall'ippica ha preso molto a discapito di chi all'ippica ha dato tutto.
 
Fabio Carnevali
 
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