DELITTI SENZA CASTIGO ? L’Espresso del 22 settembre ha pubblicato un bell’ articolo a tutta pagina, nel quale enumera tutte le “irregolarità” commesse dall’ ineffabile Panzironi durante la sua (troppo lunga) permanenza all’UNIRE. Quello che colpisce di più è che, se quanto riferisce l’Espresso risponde a verità, ci sarebbero gli estremi per una denuncia d’ufficio doverosa da parte del Ministero delle Politiche Agricole nei confronti di un funzionario che ha fatto pagare al Ministero ogni cosa a prezzi maggiorati rispetto al mercato corrente: maggiorati non di poco, ma in alcuni casi addirittura decuplicati. Infatti se sappiamo leggere, vediamo come le analisi per il doping che nel 2001 costavano all’Associazione allevatori €. 22,70 a campione, vengono ora pagate dall’UNIRE €. 222 (!) ad un laboratorio “creato ad hoc”. Domanda: che interesse vi è sotto una tale maggiorazione, o chi ha interesse? Non siamo noi a doverlo scoprire, ma dovrebbe essere la Magistratura ad accertarlo, e di ufficio, senza bisogno di denuncia. Non solo prezzi gonfiati ad uso di qualcuno: ma le analisi sono state commissionate ad un laboratorio che non offre garanzie circa la credibilità dei risultati, essendo sprovvisto del “necessario accreditamento internazionale che ne certifica le procedure”. Cosicché in caso di positività si accantonano la maggior parte delle pratiche e non si prendono provvedimenti per stroncare la piaga del doping, nonostante lo spreco di denaro. La commissione di controllo ha concluso che “l’UNIRE non avrebbe dovuto affidare ad Unirelab il compito di eseguire le analisi”. Inoltre saremmo curiosi di sapere, e la commissione non sembra sia entrata nel merito, chi siano i proprietari di Unirelab, chi ci sia cioè alle spalle di questo affare miliardario. Altro mistero glorioso è il debito contratto per il segnale televisivo dalle Agenzie, che non hanno pagato quanto pattuito: ed in premio hanno avuto da Panzironi uno sconto pari a circa l’80% di quanto dovuto, trasformando un residuo attivo del bilancio consuntivo dell’anno precedente, in passivo nel bilancio dell’anno in corso. In pratica, Panzironi, che rappresenta l’UNIRE, anzicchè pretendere il pagamento di quanto dovuto più gli interessi di legge, ha apposto la sua firma sulla cancellazione dell’80% del debito. A chi ha giovato tale operazione? E’ giusto sospettare che qualcuno abbia avuto un interesse personale in una operazione “a perdere”? Questa storia del segnale televisivo fa il paio con quella analoga dei minimi garantiti: anche qui un “accordo a perdere” per l’UNIRE, con la firma e l’avallo del segretario generale dell’Ente e contro gli interessi dello stesso UNIRE. Poi ci sono le “consulenze d’oro”. Addirittura Mario Masini, ex deputato di Forza Italia, ha ottenuto 133 mila euro per una pubblicazione di un libro, “Le macchine del Rinascimento” estraneo alle attività dell’UNIRE, ed ora è stato condannato a restituire tale cifra. Domanda: se restituire vuol dire che ha già riscosso, chi ha autorizzato a suo tempo il pagamento? Ed a chi lo ha autorizzato, non si chiede conto e ragione? Incarichi irregolari hanno ottenuto l’ex parlamentare Alessandro Galeazzi, Claudio Girelli, responsabile dell’ufficio elettorale di Alemanno, ed altri. Qualcuno glie li avrà pur dati questi incarichi, qualcuno avrà pure autorizzato i pagamenti: ed a questo qualcuno bisognerà pure chiedere di rendere conto del suo operato. Dulcis in fundo, i talk show televisivi. Sarebbe interessante conoscere il nome di chi ha avuto la brillante idea di mandare sulle frequenze UNIRE, viste solo dagli addetti ai lavori, da chi già è malato d’ippica, tali programmi che dovrebbero avere una funzione promozionale. Il coinvolgimento di Bruno Vespa, il cui cachet è stato di 94 mila euro a puntata, omnicomprensivo di conduzione ed ospiti, sarebbe stato un buon affare se il programma fosse andato in onda su uno dei canali RAI o su quelli berlusconiani: ma così è risultato uno spreco di denaro di cui nessuno sentiva il bisogno, dato il momento di crisi in cui mancano persino i soldi per ottemperare alla sentenza che restituisce a Bologna e Cesena i convegni cancellati. Ognuno di questi Talk show inutili è costato 415 mila euro più i 95 mila a Vespa: in totale 510 euro…con questi chiari di luna! Alemanno, protettore di Panzironi, si difende e difende il suo pupillo dicendo di essere intervenuto per correggere la dissennata scelta di introdurre i minimi garantiti: in pratica è una confessione ad aver consentito alle agenzie che proprio in base a quei minimi si sono aggiudicati la vittoria del bando, di non pagare. E per questo, dice in data odierna Alemanno, si è procurato il plauso (!) del mondo ippico, confondendo le agenzie con l’ippica, che è tutt’altra cosa. Alemanno è intelligente: può mai pensare che l’ippica possa applaudire un provvedimento che toglie soldi al montepremi, soldi già assegnati, per regalarli alle agenzie? E se davvero i minimi garantiti sono stati una scelta “dissennata”, non si sarebbero dovute ripetere le gare, piuttosto che lasciare le agenzie a chi se le era assegnate grazie a quei minimi? Ed ancora: a chi ha presentato delle garanzie “fasulle”, come è stato accertato, perché è stato consentito di mantenere la licenza? Un pasticcio tipicamente italiano, pagato a caro prezzo dall’ippica, per uscire dal quale davvero occorrerà buona volontà da parte di tutti, sacrifici e sangue più di quelli finora sopportati. Senza neanche la soddisfazione di vedere i colpevoli pagare le malefatte, perché la protezione dei partiti è una copertura sicura: e destra e sinistra, almeno per quello che si è visto sino ad ora, ed a giudicare dagli eventi, pari sono… |