Quando Bruno si dà all’ippica Test antidoping strapagati. Consulenze a uomini di An. I compensi di Vespa. Il ministro boccia i conti Unire Pagatl al conduttore di “Porta a porta” 94 mila euro per ogni puntata del Talk Show ippico di Primo Di Nicola Ce n’è per Bruno Vespa, star di “Porta a Porta”, ma pure così esperto di ippica da valere 95 mila euro a talk show sul canale Unire tv. Troppi e dunque meritevoli di essere segnalati alla Corte dei conti. Ma ce n’è anche per i controlli antidoping inattendibili; per i costi delle analisi e, soprattutto, per le spese allegre degli incarichi attribuiti a esponenti politici, di An in particolare. Voci che, aggiunte ai crediti non riscossi presso le agenzie ippiche per le trasmissioni tv delle corse e per i minimi garantiti sulle scommesse, cominciano a spiegare le ragioni del profondo rosso di bilancm dell’Unire, l’Unione nazionale per l’incremento delle razze equine: 129 milioni secondo le voci più allarmistiche. Non è stato facile il lavoro della commissione d’indagine sull’ente ippico varata dal ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro. Due mesi sono però bastati per documentare in una relazione le ragioni del deficit e una serie di irregolarità così corposa da minare la credibilità dell’intero sistema, Un disastro che ha spinto De Castro a nominare un nuovo commissario per l’Unire: Guido Melzi d’Eril, titolare della stessa carica fino al 2001, quando per un conflitto d’interessi (era proprietario dell’ippodromo di Torino) finì anche nel mirino dell’allora ministro Alfonso Pecoraro Scanio. La parte iniziale della relazione è dedicata al dopìng, la piaga delle corse italiane. Come si era pensato di rimediare? Istituendo neI 2003 una società, Unirelab, che avrebbe dovuto consentire all’Unire di risparmiare sui controlli e di disporre di analisi sicure, Come sono andate le cose? I risparmi si sono rivelati una chimera, mentre sono cresciute le perplessità sulle tariffe della nuova società: «I cosri definiti nella convenzione Unire< Unirelab risultano sovrastimati rispettu a quelli effettivi», spiega la relazione. Che fa un confronto: fino al 2001 l’Associazione allevatori effettuava le analisi al costo di 44 mila lire a campione, corrispondenti a 22,7 euro; adesso Unirelab pretende ben 222 euro. Poi c’è il problema della credibilità delle analisi: Unirelab le realizza con grandi ritardi e, per di più, con laboratori sprovvisti del necessario accreditamento internazionale che certifica le procedure. «In assenza di questo requisito«, sentenziano i commissari, «Unire non avrebbe dovuto affidare a Unirelab il compito di eseguire le analisi». Poi c’è il triste capitolo finanziario, marchiato anche per il 2005 da un pesante deficit: 129 milioni per i più pessimisti, 89 per i vertici dell’Unire. La relazione non scioglie il dilemma e rimanda alla pubblicazione del bilancio in corso di certificazione. In compenso elenca le cause del dissesto. Per cominciare, i mancati incassi dell’Unire per i canoni della propria tv non riscossi dalle agenzie (circa 74 milioni). Poi ci sono le mancate entrate relative ai minimi garantiti dalle agenzie sulle scommesse: altri 190 milioni. I minimi giudicati eccessivi dai concessionari, che si sono rifiutati di pagare. Infine, il pozzo senza fondo delle consulenze, già oggetto di sanzioni da parte della Corte dei conti. L’ex deputato di Fi Mario Masini, subcommissario dell’ente, è stato condannato a risarcire 133 mila euro per la pubblicazione di un volume (“Le macchine del Rinascimento”) estraneo alle attività dell’Unire. Lo stesso Melzi d’Eril è stato condannato per alcune consulenze, mentre altri giudizi, citati nella relazione, pendono a carico di uomini di An come l’ex commissario Riccardo Andriani (responsabile dell’ufficio Sport del partito) e l’ex parlamentare Alessandro Galeazzi, chiamato a restituire oltre 155 mila euro per incarichi irregolari. Non solo: dall’indagine si appura che sorto la gestione del ministro Alemanno sono stati premiati con laute consulenze altri suoi fedelissimi, come Cesare Mevoli e Claudio Cirelli, responsabile dell’ufficio elettorale dell’ex ministro. Infine, il caso Vespa. I commissari hanno scoperto che il giornalista, tramite la società Teleippica, è stato incaricato nel 2005 di realizzare (organizzazione e regia compresa) per Unire tv cinque talk show e format per la «spettacolarizzazione televisiva» (compenso per Teleippica: 1 milione 182 mila euro). Incarico che si è aggiunto a quello collezionato nel 2004, quale legale rappresentante della società Edizioni, per altri dieci talk show pagati 415 mila euro. Alla fine Vespa è costato per ogni puntata, "sia in quanto conduttore, sia in quanto organizzazione comprensiva di ospiti e regia", 94.800 euro più Iva. Ma due giornalisti di Unire tv, Giuseppe Moscuzza e Giuseppe Nazio, hanno rivelato alla commissione che in alcune circostanze l’organizzazione è stata curata da Unire tv e non da Vespa. Così è partita la segnalazione alla Corte dei conti.
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