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La Gazzetta dello Sport: Unire la foto dello sfascio (22.9.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 22/9/2006
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UNIRE, la foto dello sfascio
Nel 2006 disavanzo patrimoniale a oltre 240 milioni. E 15 milioni di crediti sembrano inventati Antidoping: 4 milioni spesi per test con prezzi gonfiati (da 22,7 a 221 €) e ritenuti inattendibili

IPPICA
Sfascio Unire: come si crea un buco da 240 milioni

La scriteriata amministrazione degli ultimi 4 anni ha portato al megadisavanzo, evidenziato dalla relazione consegnata al ministro De Castro, il quale dopo averla letta ha avviato la procedura per la nomina di un nuovo commissario. Sotto accusa anche i controlli antidoping, ritenuti in parte inattendibili e con costi gonfiati.

 

MICHELE FERRANTE
Un fascio di luce sull’Unire e sulla scriteriata amministrazione di questi ultimi 4 anni che l’ha condotta al tracollo, con Gianni Alemanno ministro, Saverio Abate commissario e il potentissimo segretario generale Franco Panzironi.
Il mega riflettore è la relazione consegnata al ministro Paolo De Castro, che la aveva ordinata e che dopo averla letta ha avviato la procedura per la nomina di un nuovo commissario, Guido Melzi. Gian Luca Autorino (presidente), Stefano Cinotti, Paolo Luigi Rebecchi e Francesco Scala hanno operato principalmente su due fronti: bilanci dell’ente e l’attività di Unire Lab, il laboratorio che gestisce l’antidoping. E il risultato va oltre le già catastrofiche anticipazioni, che parlavano di un disavanzo patrimoniale di 129 milioni di euro al 31 dicembre 2005 e di oltre 500 casi di doping avvolti nel mistero.
ACROBAZIE L’Unire ha di fatto già maturato un ulteriore disavanzo di 83 milioni, con un paio di acrobazie contabili. Ben 68, di 93 milioni presenti nel bilancio di previsione 2006 come residui attivi relativi a contributi del Mipa, risultano già incassati nel 2005 e quindi non possono figurare come crediti da riscuotere nell’anno successivo. Ma il pezzo forte di queste acrobazie sono i 15 milioni di crediti (dal Mipaf) ai quali non corrisponde pezza di appoggio ufficiale. Come se fossero inventati e quindi da eliminare con tutte le conseguenze che una simile manovra comporta.
FINO A 240 L’Unire rischierebbe, a fine 2006, un disavanzo complessivo di oltre 240 milioni di euro, dovuto a minor entrate rispetto alle previsioni sulle scommesse (18 milioni), alla svalutazione di crediti sui soliti canoni Tv dovuti dalle agenzie (12,475 milioni) e al lodo arbitrale che non rende praticabile (come dichiarato dall’Ente) la riscossione di minimi garantiti e quote di prelievo per 23,3 milioni.
Senza contare che il totale da incassare per minimi garantiti e quote di prelievo al 31 dicembre 2005 (lo dice la Corte dei Conti) sarebbe pari a circa 78 milioni di euro, contro i 70 risultanti al 31 dicembre 2004. Per non parlare di ulteriori 100 milioni di residue rate per minimi garantiti maturate negli anni 2000-02.
Visto l’andazzo il rischio che si trasformino in altre pesanti passività è enorme e ciò ridurrebbe l’ippica a un cumulo di macerie.
UNIRE LAB L’altro capitolo riguarda Unire Lab, il laboratorio di Settimo Milanese (e Pomezia) che per conto dell’Unire (la vera responsabile) ha gestito l’antidoping. La commissione ha prima di tutto accertato la mancanza di una certiflcazione di accreditamento (non richiesta dall’Unire in sede di firma dell’atto convenzionale con il Laboratorio) nell’ambito diun accordo internazionale fra 10 Paesi, fra i quali Italia e Grecia sono gli unici in difetto. In assenza di accreditamento, che garantisce l’imparzialità del laboratorio, l’Unire non avrebbe mai potuto affidare ad UnireLab il compito di eseguire le seconde analisi dei campioni risultati non negativi E poi 677 casi inviati alla procura dal 2003: di 183 non è completata l’istruttoria e 531 attendono la sentenza di primo grado.
4 MILIONI Infine, e soprattutto, gli esami per la ricerca del diossido di carbonio, usato per diminuire l’accumulo di acido lattico nei muscoli dei cavalli. Il costo di ogni singolo test (convenzione Unire-Unire Lab) a quota 222 euro, risulta sovrastimato rispetto al 22,7 (44.000 lire) del passato.
Ma non è tutto. La commissione ritiene gli esami del TCO2 inattendibili, (e dannosi per chi ha subito provvedimenti disciplinari e penali) poichè effettuati senza tenere conto dei necessari modi e tempi di conservazione dei campioni, dopo i quali i valori delle sostanze mutano. E visto che l’Unire dovrebbe aver speso, fra 2003 e 2006, oltre 4 milioni per il TCO2, la commissione ritiene che qualcosa non abbia funzionato.

 
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