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Lo Sportsman: Bye bye Electro (11.9.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 12/9/2006
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Bye bye
Electro
Electrocutionist è morto sabato mattina in seguito a un attacco cardiaco. Nei giorni scorsi il figlio di Red Ransom aveva evidenziato problemi al cuore e Godolphin lo aveva inviato per le cure alla Greenwood Ellìs & Partners dì Newmarket. Venerdì Electro aveva dato qualche segno di ripresa, tanto che il team non aveva perso le speranze di riportarlo in corsa, ma alle 4 del mattino di sabato il cuore di Electro ha ceduto. «Il rapporto dei veterinari riferito alla notte di giovedì era positivo, ma poi è successo il disastro. Siamo rimasti quindi molto colpiti, perché non ci aspettavamo certo una fine così drammatica» le parole di Saeed bin Suroor. Electro, allevato da Franco Polidori e cresciuto da Cristiana Brivio, è stato un campione vero. Ha cominciato la sua carriera vincendo il Gardenghi e ha dimostrato di essere un protagonista di valore internazionale con il secondo posto nel Jockey Club, battuto in foto da Shirocco. Ha poi vinto, sempre con il training di Valfredo Valiani, il D’Alessio, il Milano e le Juddmonte International. Passato a Godolphin ha conquistato la Dubai World Cup.
È morto il cavallo che, per una notte, ci ha portati in cima al Mondo.
Molte sono le emozonì, o reazioni possibili davanti alla notizia dell’improvvisa, prematura conclusione della vicenda agonistica di Electrocutonist di fronte alla rivelazione di un problema cardiaco cui ha fatto seguito la crisi fatale, è difficile togliersi dall'animo qualche interrogativo, mettendo assieme la modalità della sconfitta nelle King George, le incertezze preliminari la corsa, le dichiarazioni successive, e
questo finale. E vero: i cavalli anche i più grandi muoiono, e talora muoiono in questa maniera. Persian Punch è crollato sul campo, così pure il leggendario saltatore Best Mate. Electro non è morto in pista ma entra in questo elenco. Succede, talora ai migliori e ci si ritrova a pensare che un cavallo così grande, e così buono (Eleotrocutìonist è stato, anche per la dolcezza del carattere, la gioia di coloro che lo hanno allenato) meritasse un diverso finale di partita.
Gli dobbiamo, come tutti gli ippici italiani, le emozioni vissute nella parte di carriera svolte presso Valfredo Valiani, uomo che ha forgiato e lanciato in Europa il puledrone allevato da Franco Polidori e “cresciuto” da Crstiana Brivio: dagli "avvisi” giovanili di grandezza, al Milano nelle mani di Endo, al trionfo di York. Gli dobbiamo, in maniera più personale, un‘emozione unica della notte del 25 marzo 2006 a Nad Al Sheba, vissuta accanto al cavallo, a Lanfranco e agli uomini Godolphin. Non siamo troppo inclini a retrocriche “nazionaliste ma, per lo stile dell’impresa (quell'impossibile recupero su pista in dirt) e per l’entusiasmo vissuto fianco a fianco del fantino italiano in sella al cavallo italiano, possiamo ben dire che Electro, nella notte della World Cup, ci trainò in cima al mondo. Che fece sentire grandi della sua grandezza. Una grandezza quieta, “buona”. Nel carattere, nei modi, nell’azione, e perfino sui traguardi più esaltanti. Il dato espressivo caratteristico di Electrocutionist è stato la “tranquillità”. La nonchalance del vero grande che, essendo tale, non ha bisogno di "dimostrare”. Andava naturalmente forte. Per questo, l’ultima "versione”, quella un po tesa e “difensiva” delle King George, lasciò perplessi. In un campione solitamente così naturale nella maniera. Vista oggi, sembra l'inizio d’un malessere, d’uno stress nascosto.
Valfredo Valiani, ieri come oggi, rimpiange un Arc che non ha potuto disputare. Non sapremo mai se aveva ragione, mentre salutiamo, e ringraziamo, il grande Electro. Il cavallo che ci ha portati in cima al Mondo. MVIZ

 
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