Un infarto stronca Electro Dettori, dolore e beffa: «Il cavallo più generoso di tutti, lo chiamavamo cuore di ferro»
MICHELE FERRANTE Nei giorni scorsi Lanfranco Dettori ne aveva parlato, immaginando un autunno in prima linea. Forse non lo avevano davvero informato, più probabilmente ha usato diplomazia in dosi massicce nella speranza che quel piccolo contrattempo si potesse risolvere in fretta e senza strascichi. Invece ieri mattina Electrocutionist è morto a Newmarket, stroncato da una crisi cardiaca che ha chiuso drammaticamente una settimana iniziata in una clinica veterinana, proprio a causa dei disturbi che sembravano sotto controllo e che invece si sono trasformati in un dramma. ITALIANO Per tutti era ancora italiano, anche se in novembre aveva fatto le valigie e si era trasferito in Inghilterra, alla corte di Skeikh Mohammed, del team Godolhpin e del fantino più forte di tutti. Lo aveva creato Valfredo Valiani, uno dei più seri e preparati fra i nostri allenatori: ne intuì subito lo straordinario potenziale, rispettando però la maturazione di quella macchina da guerra. Il decollo dopo l’amara sconfitta milanese, nel Jockey Club perso di alcuni centimetri dal tedesco Shirocco nell’autunno 2004. In sella Endo Botti, confermato e vincente a Roma (Ellington 2005), ma poi tagliato dal proprietario Earle Mack (ambasciatore americano in Danimarca) in favore di Mick Kinane, temerario pilota nelle Juddmonte di York vinte negli ultimi tempi di galoppo, e nel deludente Canadian International (terzo, una posizione guadagnata a tavolino) imposto da Mack a Valiani, che avrebbe invece pagato per disputare l’Arc. GODOLPHIN Con l’etichetta del potenziale fuoriclasse, Electro fu venduto a fine 2005 per 4 milioni di euro. E completò la trasformazione il 25 marzo, travolgendo l’americano Brass Hat (poi squalificato per doping) nella corsa inventata dai suoi proprietari, la Dubai Cup da 6 milioni di dollari. Un trampolino dal quale non è però riuscito a spiccare il previsto volo anche sulle piste europee. Due corse ad Ascot nel 2006 (Prince of Wales’s e King George) e altrettanti secondi posti. Sarebbe dovuto tornare in pista il 14 ottobre a Newmanket, invece non lo vedremo più. Ci resta l’amaro in bocca anche per non aver potuto vedere quanto valesse veramente, ma un posto dopo il capofila Falbrav non glielo toglie nessuno fra i migliori cavalli nati in Italia negli ultimi decenni. DOLORE Dettori. Dolore e rabbia: «Perdo un grande campione e il cavallo preferito. In scuderia lo chiamavamo cuore di ferro, perché era il più generoso di tutti». Valiani ha un nodo in gola: «Si vuole bene a tutti i cavalli, ma a quelli buoni si gira attorno di più, imparando ad amarli quasi come frateli. Era sanissimo, non mi capacito. Dopo la sua partenza non ho mai più voluto vederlo dal vivo, avrei fatto un’eccezione solo per l’Arc de Triomphe. Era la nostra corsa».
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